P. A. QuARANTOTTI GAMBINI: La cal.dn vita; ed. Einaudi, 1958. Duole molto dover parlare e giudicare interamente male la fatica di un autore di cui si ha stima, perchè è uno degli scriraori più dotati di fantasia e di capacità narrativa di quelli che « l'entre deux guerres » rivelò ai critici e ai lettori del nostro paese. Difficile è parlare male di Quarantotti Gambini, cioè, del suo ultimo libro, La calda vita che segue uno dei suoi lavori meglio riusciti (Il cavallo Tripoli), i:na va detto senza mezzi termini che questo nuovo libro è certamente il peggiore da lui serino è assolutamente uno dei più brutti scritti in Italia in questo dopoguerra. È un'opera in cui si affermano esclusivamen•~ei difetti di Quarantotti Gambini scrittore, condotti alle estreme conseguenze, esasperati e ingigantiti grazie anche ad una prolissità e ad una mancanza di misura inusitate e sorprendenti in uno scri•ttorc sorvegliato e amante del lungo racconto come finora s'era manifestato il Quarantotti Gambini. L'equilibrio tradizionale tra l'elemento favoloso, lirico in certo senso e fantastico, e l'elemento realiY~ico(di un realismo alla maniera degli scrittori di Trieste, non scevro di impressioni psicanalitiche e costruito inoltre tenendo ben presenti certi modelli americani) è rotto in que~o ultimo lavoro a tutto vantaggio del secondo elemento; e il risultato finale riflette· questa infelice rottura di equilibrio. Così scompaiono quelle limpide figure di adolescenti in cui consisteva il conseguimento più positivo dei precedenti libri dello scrittore, sos,tituite da un confuso agitarsi di nomi e di azioni cui non si riesce a dare un volto nè un significato qualsiasi. Si prenda l'esempio di Sergia, la giovinetta spregiudicata, impaziente e curiosa delle cose del sesso: per tutto il libro noi leggiamo del colore dei suoi seni o della forma delle sue anche ma non riusciamo a vedere il suo volto, non riusciamo a darle un'immagine. Che dire poi di Max e Predi gli adolescenti inquie- •~idi una inquietudine torbida e impotente a liberarsi nell'esperienza concreta di amore, persino nel rapporto sessuale? Sono figure descritte puramente in funzione di certi atti di stucchevole materialità di cui il libro è pieno, senza un minimo di autonomia fantastica. E la vicenda rifler.:tequesta presenza di caratteri pallidi proprio nell'affollarsi tumultuoso e non giustificato di scene e persone e storie diverse. Anche ne « La calda vita >> lo scrittore si propone, allo stesso modo dei libri precedenti, una spregiudicata analisi del mondo dell'infanzia ai primi segni del passaggio all'età più matura. Ma la sua storia per riuscire - e non parliamo che della struttura del libro - avrebbe bisogno di un ritmo tutto tagli e scorci, rapido, incalzante e pronto a sciogliersi dopo aver raggiunto l'acme della tensione. Invece la narrazione de << La calda vita ~ procede lenta in un inutile affastellamento di nomi e quadri messi lì uno dopo l'alùo per tentare inutilmente di animare una vicenda inerte e fiacca (l'episodio, tra gli ultimi, delle revolverate tirate con mediocre precisione da Max contro l'uomo che ha goduto Sergia e su questa finite, è quasi grottesco e fumettistico, seguito com'è da una conclusione che cerca di accomodare tutto rispedendo i ragazzi alle loro case con nessun segno della pas- ·[127] . Bibliotecaginobianco
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