Nord e Sud - anno VI - n. 52 - marzo 1959

L'Unità di Gaetano Salvemini, a cura di Beniamino Finocchiaro, Venezia, Neri Pozza editore, 1958. La recente pubblicazione di una larga scelta di pagine di Gaetano ·Salvemini, fatta con lodevole cura da Beniamino Finocchiaro, permetterà agli studiosi del primo ventennio del No\'ecento non solo di precisare e meglio definire la personalit?1 ài Salvemini, il nesso, non ancora ben chiarito, tra le sue concezioni storiografiche e il suo « metodo » politico, ma altresì di orientarsi con maggior facilità nella realtà che gli << unitari >> si trovarono di fronte, di prendere posizione concreta, in sede di giudizio storico, sul!' efficacia e la pertinenza delle loro analisi e delle loro polemiche. Un discorso serio su questa singobre rivista non deve infatti rivolgersi solo alla storia delle personalità del suo direttore, ma alla storia tutta della società italiana; e la difficoltà di parlarne uscendo dal generico è appunto data dalla difficoltà del problema che giace nel fondo, un problema che implica, in ultima analisi, la valutazione critica dell'Italia giolittiana, di un paese cioè sul quale la polemica storiografica è oggi particolarmente vivace in ogni settore, si può RECENSIONI ben dire, dello schieramento politico-culturale. E tuttavia, se la polemica sull'età giolittiana è ancora lungi dall'essersi esaurita, il giudizio sull'Unità e sul suo metodo di indagine e di impostazione politica appare sostanzialmente identico anche presso storici di assai di\·ersa formazione e orientamento. Se infatti per Benedetto Croce, che pure all'inizio collaborò alla rivista salveminiana e parve per un istante condividerne l'orientamento metodologico (la sua lettera del 15 gennaio 1912, pubblicata nell'Unità del 27 gennaio, svolge un tema polemico che presuppone, nel giudizio crociano, un accordo di fondo <.,; e sembra perciò un richiamo alla coerenza), la rivista di Sah-emini rappresentò senza dubbio uno sforzo ragguardevole ed encomiabile di studiare questioni definite, di indicare problemi, di denunciare corruzione e malcostume politico, tutta q uesta concreta opera di ricerca e di impostazione fu chiaramente viziata da uno spirito acremente moralistico, tra ingenuo e ingiusto, con una punta di utopismo (Croce, Storia d'Italia, Bari 1942, p. 263); e se il discorso crociano riguarda più i temi cli politica estera e la critica al ri~- zionalismo, la valutazione finale è cert;if.116] Bibliotecaginobianco

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