Nord e Sud - anno VI - n. 52 - marzo 1959

di lavoro e l'ammontare massimo di fabbisogno di lavoro nell'azienda dà la misura della sottoccupazione nascosta in quanto l'azienda potrebbe disfarsi di questo surplus senza subire conseguenze di sorta, risultandone anzi talvolta .avvantaggiata sia dal punto di vista della .remunerazione pro capite del lavoro - ne consegue una più alta quota di reddito di lavoro pro-capite attraverso la eliminazione delle « teste >> eccedenti - sia dal punto di vista .della produttività, in quanto è ormai noto che <<l'impresa, costretta ad .agire in situazione di eccesso di mano d'opera, tende ad organizzarsi con processi di bassa produttività» (2 5 ). Procedendo nell'esame della curva annua di occupazione neil'azienda, .si vede che esiste un ulteriore scarto tra ·il periodo di rnassimo impegno e .quello di-minimo impegno della mano d'opera, scarto che in questo caso dà ìa misura della sottoccupazione stagionale, prevalentemente determinata dail'andamento climatico e dal ciclo biologico delle colture; questa quota di mano d'opera temporaneamente inutilizzata è propria dell'attività agricola ed è presente anche in condizioni di produttività <<normale». Con questo non si vuole sostenere che essa non sia suscettibile di essere favorevolmente ridimensionata: finora infatti si è posto il problema in termini statici, senza cioè presupporre alcun intervento volto a modificare e la struttura degli ,ordinamenti colturali e le dosi di capitale investito. In termini dinamici, invece, vanno prese in considerazione le possibili modificazioni del tipo suddetto, le quali, provocando un positivo ridimensionamento dell'occupa- .zione nell'azienda, fanno si che risulti diminuito lo scarto che misur~ la .sottoccupazione stagionale ed, indirettamente, quello che misura la sottoccupazione nascosta, quando questo ridimensionamento provochi un abbas- .samento delle punte di massimo impegno di lavoro. Queste modificazioni praticamente possono essere di diverso tipo: a) passaggio dal tipo di ordinamento monocolturale a quello pluri- ,colturale; b) introduzione della zootecnia; c) introduzione di tecniche evolute; d) creazione di altre attività di trasformazione di prodotti, da svolgersi nell'ambito aziendale. ( 25 ) G. lliLL' ANGELO, op. cit. [112] Bibliotecaginobianco

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