dei 'paesi sottosviluppati'» {2); quella stessa « disoccupazione nascosta ? che sovente si manifesta anche nelle piccole imprese artigianali, commerciali e dei « servizi » in genere. Nel caso dell'agricoltura risulta che essa sia compresa tra il 25% e il 300/4 della popolazione agricola (3), almeno per quanto riguarda alcuni paesi dell'Asia, del basso Mediterraneo e dell'Europa Orientale ('1). L'attività agricola porta, negli elementi strutturali suoi propri, una naturale tendenza alle disfunzioni che colpiscono il potenziale di lavoro, in quanto la maggior parte di questi elementi, come il clima, l'andamento meteorico, il ciclo biologico delle colture, sfuggono al controllo diretto dell'ùomo; ne consegue la perenne <<aleatorietà» della impresa agricola, che si riflette sul capitale in termini di rischio e sul lavoro in termini di inutilizzazione di esso. È ormai noto che, se un tale bagaglio di disfunzioni viene ritenuto tollerabile in condizioni normali, esso diviene insopportabile quando si manifesta in situazioni di squilibrio tra popolazione e ·risorse: Ora questa è, sotto certi aspetti, una condizione comune anche a gran parte del nostro (2) L'affermazione è riferita da J. VrNER: << Some reflections on the concept of "disguised unemployment ", in The lndian /ournal of Economics, Voi. XXXVIII, n. 148, July 1957. L'A. critica il concetto qui ricordato, negando l'esistenza della << disoccupazione nascosta », come tale, in quanto implicherebbe una poco plausibile esistenza di « produttività, marginale del lavoro » pari a zero o addirittura negativa. !\:fa di questo aspetto si parlerà in seguito. ( 3 ) Rapporto del B.I.T. citato. ( 4 ) Si citano a questo proposito alcuni dati disponibili da diverse fonti: la Spag_na,ad es., aveva al 1950 circa due milioni di lavoratori agricoli eccedenti, vale a dire più del 35% della popolazione agricola (RENÉ DuMoNT: << Les excedents démogi;aphiques de l'agriculture méditerranéenne » in Population, Paris, Oct.-Déc. 1951); in alcune aree della Cina addirittura il 60% della mano d'opera agricola è eccedente (People's Daily - Pékin, 17 Dic. 1951, citato in Revue lnternationale du Travail, Vol. 'LXX, n.·2, agosto 1954, pag. 220); prima della seconda guerra mondiale le percentuali di mano d'opera agricola eccedente erano rispettivamente per la Bulgaria del 33%, per la Polonia del 25%, per la Romania del 20%, per l'Ungheria del 15%, per la Ceco- ,slovacchia del 10%; in Grecia, nel 1950, la sottoccupazione agricola invisibile era del 40% (Cfr. Revue Internationale du Travail, Voi. LXX cit. pag. 223 e segg.). Recent~- mente P.N. RosENSTEIN-RoDANha considerato ragionevole per Polonia, Romania, Jugoslavia un tasso di sottoccupazione nascosta pari al 20-25% della popolazione attiva i~ agricoltura (Monthly Bulletin of Agricultural Economics and Statistics - FAO, Vol. V(, u. 7-8, pag. 5). · [103 J Bibliotecaginobianco
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