Nord e Sud - anno VI - n. 51 - febbraio 1959

dovrebbe trasmettersi linearmente all'origine, ossia alla campagna. Invece , la· produzione, specie per gli ortofrutticoli, è in continuo aumento quantitativo, mentre i prezzi pagati agli agricoltori si mantengono da anni su di un livello stabile, se non in regresso. È evidente quindi che produzione e consumo finale agiscono in fase dissociata. I consumatori beneficiano soltanto entro certi limiti degli effetti di una più abbondante produzione; gli agricoltori nulla guadagnano dalla maggiore richiesta che perviene dai centri cittadini e dall'esportazione. Eventuali pause nella curva ascensionale dei prezzi al minuto, come q11ellaverificatosi a partire dal giugno 1958 ed accentuatasi, come si è visto, nel novembre, non debbono trarre in inganno. Nel periodo in esame la riduzione dei prezzi di campagna è stata infatti ancora più notevole per la eccezionale abbondanza di alct1ni raccolti - come quello delle mele - rnentre non è da escludere t1na certa cautela d~ parte dei grossisti che andavano fiutando il vento infido di provvedimenti a loro sfavorevoli. Il fenomeno e soltanto apparentemente inspiegabile; il mercato dei prodotti alimentari, come si è già accennato nei citati articoli precedenti e, infatti, tutt'altro che concorrenziale. L'arbitrario atteggiamento delle amministrazioni comunali vi 11alimitato gli operatori a poche persone, vietando, per di più, il passaggio diretto delle derrate dalle campagne ai rivenditori al dettaglio. Cosicchè oltre alle maggiori spese, gravano sui prodotti le elevatissime maggiorazioni che una ristretta casta oligarchica impone in base al proprio tornaconto avvalendosi dei benefici del monopolio di fatto. In tal modo codeste determinate categorie commerciali lungi dal costituire il tradizionale trait d' union, si inseriscono invece fra produzione e const1mo come uno spesso vallo spugnoso che assorbe molto più di quanto non trasmetta. Le conseguenze d'ordine politico ed economico sono note e qui brevemente se ne fa cenno: progressivo impoverimento delle classi agricole; stato ·di profondo disagio dei consumatori; scatto dei salari attraverso il meccanismo della scala mobile; translazione dei maggiori costi sul prezzo finale dei prodotti industriali; alimentazione della spirale inflazionistica. A questo punto gli effetti negativi di tale ordine di cose si intrecciano e sì moltiplicano. Si aggravano infatti 1~ condizioni degli agricoltori the vengono a pagare i manufatti industriali a piì1 caro prezzo contro u·a loro reddito stazionario o descrescente. Si rende· difficile la vita a molte [97] ibliotec · Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==