' mento di miliardi potesse avere, di per sé, un effetto benefico; prima. l'elaborazione di una organica riforma, e poi la sua attuazione. Il Mulinoha ricordato il tentativo della riforma Gonella: 246 sedute della Consulta Didattica, 87 sedute della Commissione Ministeriale della P.I., 98 riunioni del Consiglio superiore della P.I., e poi, presentata finalmente alla Camera il 13 luglio 1951, la riforma Gonella è rimasta negli atti protocollari con il numero 2100. « A detta di taluni critici >>- e noi siamo con questi -· << non fu gran danno >>. -Certo, è un pò un caso limite, ma non così unico come potrebbe a qualcuno apparire; e basterebbe ricordarsi della sorte· dei faticosi lavori della Commissione reale, che agli inizi del secolo aveva il compito di preparare uno schema di progetto di legge sulla riforma della· scuola, e che alfine approntato nel 1908 fu, di fatto, svuotato di significato dalla stessa sua lenta e "laboriosagestazione. Ci sentiamo quindi -di condividere l'atteggiamento del Mulino in merito al «capovolgimento>> dei tempi attuato dal pia110decennale, e non per- . ché, naturalmente, i miliar1i investiti possa~o operare da sé il miracold.; né perché la scuola italiana non abbia bisogno delle << riforme senza spese >>; ma perché da troppi anni milioni di ragazzi attendono una scuola come che sia: ci pare preferibile che le conclusioni dei dibattiti su~le « riforme senza spese >> li trovino già al lavoro nelle aule. Se ne dovrebbero costruire in dieci anni più di 130.000, fra scuola primaria e ·secondaria, e ci ·rimettiamo all'eloquenza di questa cifra. Ma, l'abbiamo detto, tt1tto questo non elimina o accantona le riforme· culturali, soltanto logicamente e cronologicamente le precede, o almeno 110n deve essere subordinato ad esse. Sulle quali ultime si può e si deve ' discutere. Ne dà l'esempio ancora Il Mulino, ed organicamente. E sottoli-- _neiamoquesto carattere contrapponendolo idealmente ai tanti interventi fin qui avt1tisi,e spesso pregevoli, ma volti a questo o a quello aspetto monadi- • camente considerato. La nuova scuola italiana dovrà essere una scuola per tutti. Dovrà tenere conto di coloro che arresteranno la loro frequenza al limite costituzionale dei 14 anni e di coloro che si spingeranno avanti negli studi. Soprattutto non ~ovrà predeterminare questa scelta. Ma cosa offre invece l'attuale ordinamento scolastico nell'istruzione secondaria inferiore? Da una parte, la scuola media, e cioè la sicureza di poter intraprendere qualunque via; ma, gravata com'è dalla presenza del latino - eredità dell'antico ginnasio [89} Bibliotec Gino Bianco
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