lavoro a poche decine di famiglie, talvolta fruenti anche di una certa rinomanza turistica (che si esaurisce peraltro nell'ambito delle regiont contigue e a cui non corrispondono quasi mai opportune attrezzature) e di un certo primato commerciale fra i comuni viciniori. Il triste destino di questi ·comuni (veri e propri villaggi montani, anche quando si approssimano ai 10 mila ab. e quando le loro misere case sono dominate dalle moli cli ambi .. ·ziosi castelli o conventi) è quello qi ospitare una popolazione che - pur -crescendo ass_ailentamente o non crescendo affatto - si ritrova· in posizione sempre più marginale rispetto allo sviluppo generale del Paese e della stessa parte più vitale del Meridione, ad un livello di redditi progressivamente 1 se_mpremeno adeguati e con sempre minori possibilità di occupazione. È la - p_artepiù povera e malata, cronicamente malata del Meridione. Le sue· pro- .spettive corrono sui binari di una prolung~ta stagnazione. Tuttavia anche in queste zone meno favorite è possibile ritrovare q~l- -che centro o qualche piccolo gruppo di centri pitÌ attivi e vivaci. È il caso - per quanto riguarda il Molise - di Campobasso, capoluogo della provincia; ma è anche il caso delle zone di Isernia e dell'Alto Vokurno, che presen- · I tano indici di variazioni delle popolazioni fra il 1951 ed il 1957 superiori :alla pari, una incidenza percentuale del saldo negativo del movimento migratorio sulla popolazione iniziale del periodo sensibilmente minore cl1e nelle altre zone molisane e - correlativamente - più alte percentuali di iscritti: tutti elementi che le caratterizzano in senso relativamente positivo -dal punto di vista dal quale muove il nostro studio. C'è però una differenza fra la zona di Isernia e quella dell'Alto Volturno. In questa seconda, infatti, ·1e note positive sono abbastanza equamente ripartite fra i varii comuni che -compongono la zona: anche se fra gli altri spicca per il suo bilancio migratorio attivo (342 is-critti contro 147 cancellati) il piccolo comune di Castel S. Vincenzo. Tutt'altro invece accade nella zona di Isernia, la quale non pre- ,senterebbe quasi nessuna differenza rispetto alle più interne z-0ne del Molise, se a modificare sostanzialmente il suo bilancio demografico-migratorio non intervenissero i dati di Isernia. Questa piccola, ma operosa cittadina .aveva al 4-XI-1951 una popolazione di 11.133 ab., diventati 12.610 al 31-XII1957, con un incremer1to pari al 13,26%; ~ello stesso periodo si ebbero nella .sua anagrafe 1.846 iscritti contro.1.360 cancellati, con un attivo di 486 unità, ,pari al 4,36% della popolazione di Isernia all'inizio del periodo. Senza [77] iblioteca Gino Bianco
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