plicabilità del community develop11ierit si riscontrano nella particolare realtà italiana. In alcune zone, soprattutto di montagna meridionale, le comunità rurali sono c~ratterizzate .da una fortissima coesione interna; tuttavia tale coesione è fondata su vincoli la cui natura di inerte sedimentazione storica, è palesemente contrastante con ~e finalità dello sviluppo. Si tratta. infatti di legami, la cui solidità è frutto di un'eguale ripetizione della vita di generazione in generazione, non contaminata. da contatti e influenze esterne. In questi casi è di.fficile pensare cl1e 1a comunità, che ha visto confermate (la secoli le proprie strutture sociali e i propri modelli culturali, possa espri .. 1nere forze capaci di prospettarsi la possibilità stessa di un rinnovamento. Si pensi ad esempio a tipi d'i solidarietà sociale come la clientela e la mafia, o a tipi di omogeneità culturale fondata sul misticismo e la magia. Sembra evidente che un processo di sviluppo non può fondarsi su vincoli comunitari cli tale natura, ma comporta la pregiudiziale rottura delle strutture sociali culturali su cui la comunità si fonda. Per ragioni del tutto opposte :in alcuni suburbi cli recente formazione e1nbra difficile. che il community development possa trovare subitanea applicazione. Si tratta infatti spesso di agglomerati privi d'i inter.na coesione costituiti da elementi di diversa provenienza, in c11i sono presenti per la m'iseria e la difficoltà di acculturazione veri e propri pericoli di eversione sociale. J\nche qui il community development non troverebbe basi adeguate. Man.ca infatti qualsiasi tipo di integrazione sociale (sia economica cl1e civile). Ciascun ii:idividuo vive in condizione di isolamento ai margini della collettività e delle regole di vita ordinata e civile; per lui vi può essere solo interesse alla sopravvivenza quotidiana, ma non ad una più ampia ed organica pr0spettiva di sviluppo. Quanto sopra ~i è detto non vuole escludere in, toto la possibilità di uno sviluppo concepito su basi comunitarie; si vuole solo affermare che occorre pregiudizialmente realizzare delle infrastrutture sociali che possano costituire in futuro il punto di partenza di un processo di sviluppo comunitario. Si è visto dagli esempi citati in precedenza che talvolta il community development è possibile solo in seguito ad un intervento dall'alto che rompa , ecchi equilibri statici o che instauri rapporti e strutture prima inesistenti. Tuttavia nel caso in cui la pianificazione voglia giovarsi dei procedimenti di community development, essa non può configurarsi che in certi modi. Sembra innegabile infatti che la pianificazione concepita in senso settoriale assimila ciascun problema di ciascuna comunità agli altri proble1ni di eguale natura presenti nel vasto ambito territoriale che è oggetto della pianificazione, perdendo di vista i nessi che legano tra loro i vari problemi settoriali di una stessa comunità in un organismo vivo e inscindibile. Solo la JJianificazione territoriale ed intersettoriale, che consideri i vari problemi nei loro reciproci rapporti specificandoli per zone o-mogenee economica- [58] BibliotecaGino Bianco
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