Nord e Sud - anno VI - n. 51 - febbraio 1959

delle -idee. Lo sviuppo quindi va concepito su ampia scala territoriale e con complessi caratteri intersettoriali. · Sulla base di codeste considerazioni - del resto ovvie - è andata sempre più affermandosi la concezione secondo cui il community development è una tecnica utile ad ev,itare i danni e le limitazioni che sul piano dei risultati comporta una impostazione paternalistica dell'intervento pubblico. II fine dal quale questa tecnica deriva la propria efficacia strumentale è senza dubbio un fine democratico. Si potrà quindi anche dire che il community development contribuisce a trasmettere la democrazia dal piano delle istituzioni al piano del costume. Tuttavia, malgrado questa chiarificazione concettuale, alcune affennazioni relative al community development destano ancora perplessità: ci si riferisce ad esempio all'affermazione di R.N. Henry contenuta in Partecipation and initiative of local population (relazione presentata al Seminario di Palermo) e ci.tata nell'articolo dedicato dalla Dott.ssa Ca0-Pinna allo Sviluppo delle Comunità - Prime chiarificazioni al Seminario O.N.U. di Palermo comparso nel n. 3-4 -del 1958 di Assistenza d'oagi; secondo Henry bis0gnerebbe stanziare dei fondi anche per opere che non hanno alcun carattere propulsivo o che non contribuiscono ad elevare il tenore di vita, purchè ta1i opere corrispondano a bisogni realmente sentiti e servano a cattivarsi il favore e la collaborazione della popolazione. Sembra difficile che tale proposizione possa trovare verifica o giustificazione nei casi concreti; infatti mentre da una parte la scarsità di capitali, problema fondamentale di ogni programma di intervento in una zona arretrata esige la massima razionalità della spesa pubblica, dall'altra parte un intervento di sviluppo deve tendere anche alla modernizzazione e razionalizzazione della scala dei bisogni. L'equivoco in cui è caduto R.N. Henry sembra derivare proprio dal discònoscimento del valore strumentale del commun-ity development, che viene .invece miticamente concepito come un fine assoluto, o almeno con diritti di prio .; rità perfino su di un reale incremento del livello di vita. Ma, a parte simili eccezioni, sembra generalmente riconosciuto il valore puramente strumentale del community development: Esso è una tecnica che, al pari di ogni tecnica, giustifica la propria utilità solo a contatto di con-. dizioni e contesti ambiental:i determinati. Questo significa che, almep.o sul piano teorico, sono pensablii situazioni e contesti ambientali ai quali il community development non può utilmente applicarsi. Ciò è riconosciuto anche da H.N. Phillips in The contribution of applied social research (relazione presentata al Seminario· di Palermo) allorchè afferma che nei paesi in cui vi è squilibrfo tra :risorse ecologiche ed economiche da una parte, e popolazione dall'altra, l'applicazione del community development provocherebbe false illusioni e ritarderebbe l'emigrazione. È opportuno ora cercare se le situazioni teoricamente possibili di inap- [57] BibliotecaGino Bianco

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