battente per la libertà, del partigiano. Non si deve cadere, sia pure per legittima reazione alle tristi vicende del militarismo fascista, in un moralismo semplicistico che ha in odio l'aggettivo « militare » e le uniformi. Volendo ora tirare delle conclusioni, andrebbe certo segnalata la « vecchiezza » di questa polemica, dei concetti in essa affiorati tra cui quello di « valor militare» che oggi, nella guerra moderna, è -,come dice il Garosci - « ... alquanto vago e impreciso ... (poichè) sono fuggiti i più illustri eserciti del mot1do ... » prima di sfruttare un'opportunità di tornare in avanti e respingere i nemici. È necessario che in Italia ci si convinca, se si vuole, attraverso la stampa, rieducare l'opinione pubblica liberandola dei residui _di fascismo e di.nazionalismo, che il vecchio e retorico concetto del valor militare è troppo angusto per poter fungere da misura dei meriti o dei demeriti che possono rivelarsi. in una guerra moderna e che comunque più di esso, così come oggi è. inteso. ,ancora, contano - soprattutto forse per quei cittadini che si avviano alla carriera militare - coine sempre scrive il Garosci: « •• ]a modernità depa •tecnica, il profondo attaccamento e l'identificazione con le libere istitqzioni della patria ... ». Una fede nuova, insomma, e molto vicina a quella in cui gli. uomini come il lviaresciallo :Montgomery e non pochi capi militari, anche italiani, hanno mostrato di credere con le_parole e coi fatti. ENNIO CECCARINI Il " Community Development " nel quadro della pianificazione Il dclo di studi su « La ricerca sociale e lo sviluppo_ delle collettività · nelle aree-problema europee», svoltosi a Palermo dell'8 al 18 giugno scorso ad_ opera dell'Ufficio Europeo dell'Amministrazione dell'Assistenza Tecnica deH'ONU in collaborazione con l'Amministrazione Aiuti Internazionali e col Banco di Sicilia, ha offerto l'occasione di uno scambio culturale molto utile a determinare i limiti entro i quali gli studi e le esperienze compiuti in altri paesi siano validi nel nostro. La nozione di community development ha raggiunto infatti, una ta-le diffusipne ed ha riscosso tanta larghezza di consensi da giustificare un- ripensamento critico che cerchi di fissarne la validità sia sul piano teorico dei suoi rapporti· con la pianificazione economica e sociale sia sul piano pratico della sua applicabilità a vari tipi di ambiente. Oggi sembra generalmente superata la concezione secondo cui il community development sarebbe una alternativa della pianificazione. È infatti indubitabile che i problemi dello sviluppo socio-economico non possono ·essere affrontati su dì un rist~etto piano locale. La loro soluzione comporta un generale allargamento degli orizzonti, e sul piano economico degli scambi e sul piano culturale- della circolazione [56] BibliotecaGino Bianco
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