Nord e Sud - anno VI - n. 51 - febbraio 1959

battente per la libertà, del partigiano. Non si deve cadere, sia pure per legittima reazione alle tristi vicende del militarismo fascista, in un moralismo semplicistico che ha in odio l'aggettivo « militare » e le uniformi. Volendo ora tirare delle conclusioni, andrebbe certo segnalata la « vecchiezza » di questa polemica, dei concetti in essa affiorati tra cui quello di « valor militare» che oggi, nella guerra moderna, è -,come dice il Garosci - « ... alquanto vago e impreciso ... (poichè) sono fuggiti i più illustri eserciti del mot1do ... » prima di sfruttare un'opportunità di tornare in avanti e respingere i nemici. È necessario che in Italia ci si convinca, se si vuole, attraverso la stampa, rieducare l'opinione pubblica liberandola dei residui _di fascismo e di.nazionalismo, che il vecchio e retorico concetto del valor militare è troppo angusto per poter fungere da misura dei meriti o dei demeriti che possono rivelarsi. in una guerra moderna e che comunque più di esso, così come oggi è. inteso. ,ancora, contano - soprattutto forse per quei cittadini che si avviano alla carriera militare - coine sempre scrive il Garosci: « •• ]a modernità depa •tecnica, il profondo attaccamento e l'identificazione con le libere istitqzioni della patria ... ». Una fede nuova, insomma, e molto vicina a quella in cui gli. uomini come il lviaresciallo :Montgomery e non pochi capi militari, anche italiani, hanno mostrato di credere con le_parole e coi fatti. ENNIO CECCARINI Il " Community Development " nel quadro della pianificazione Il dclo di studi su « La ricerca sociale e lo sviluppo_ delle collettività · nelle aree-problema europee», svoltosi a Palermo dell'8 al 18 giugno scorso ad_ opera dell'Ufficio Europeo dell'Amministrazione dell'Assistenza Tecnica deH'ONU in collaborazione con l'Amministrazione Aiuti Internazionali e col Banco di Sicilia, ha offerto l'occasione di uno scambio culturale molto utile a determinare i limiti entro i quali gli studi e le esperienze compiuti in altri paesi siano validi nel nostro. La nozione di community development ha raggiunto infatti, una ta-le diffusipne ed ha riscosso tanta larghezza di consensi da giustificare un- ripensamento critico che cerchi di fissarne la validità sia sul piano teorico dei suoi rapporti· con la pianificazione economica e sociale sia sul piano pratico della sua applicabilità a vari tipi di ambiente. Oggi sembra generalmente superata la concezione secondo cui il community development sarebbe una alternativa della pianificazione. È infatti indubitabile che i problemi dello sviluppo socio-economico non possono ·essere affrontati su dì un rist~etto piano locale. La loro soluzione comporta un generale allargamento degli orizzonti, e sul piano economico degli scambi e sul piano culturale- della circolazione [56] BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==