Nord e Sud - anno VI - n. 51 - febbraio 1959

11elle quali era molto più vivo l'elogio rivolto alla propria genialità militare cl1e non il disp_rezzo del nemico vinto: « ... Montgomery dice che egli •ha avuto l1n'idea geniale - scrive esattamente il Garosci - nel separare le truppe italiane,. più deboli e n1eno buone delle tedesche, da queste ultime e dai loro carri armati». C'è forse qualcuno che troverà anche da ridire circa la inferiorità, per armamento e addestramento, delle 11ostre truppe rispetto a quelle tedesche? Più preocct1panti ed egualme11te significative le dichiarazioni di « Monty» sull'8 Settembre, tuttavia non nuove o insolite per chi conosce bene il tradizionale atteggiamento diffidente verso la lotta partigiana e l'armistizio s'eparato, assunto dagli inglesi e certo grave di conseguenze per le forze democratiche della Resistenza. È un atteggiamento quindi spiegabile storicamente come uno degli errori che, i11una battaglia all'ultimo sangue e su uno scacchiere mondiale, gli alleati l1anno inevitabilmente commesso. Fuori luogo dunque quello che, con vera improntitudine, l'Unità scrive parlando di cosciente e deliberato tradimento degli ideali della resistenza o segnalando episodi di collusione tra inglesi e tedescl1i a danno delle forze partigiane~ E,pisodi degni di fantasie malate e per lo meno troppo disinvolti sulla penna di chi approvò l'atteggiamento russo nei confronti degli eroici difensori e partigiani di Varsavia insorta co11tro i tedeschi o nei confro11ti dei patrioti jugoslavi (leggansi a questo proposito le chiare pagine di V. Gorresio, « La Guerra dei poveri», su Tempo Presente). E in qualcl1e misura fuori luogo anche il ben più sottile e 011esto rimprovero cl1e L'Espresso muove a Montgomery definendolo un tipico esponente di una generazione di militari sordi ai valori civili della guerra partigia11a, al lievito morale di questa guerra. Noi pensiamo Ùle questo rimprovero sia troppo facilme11te moralistico e che quindi vada fuori bersaglio. In realtà Montgomery è un rappresentante di una classe militare la quale ritie11e, per tradizione, che uno dei fondamentali compiti di uno Stato sia anche quello di saper combattere in difesa delle comuni libertà, oltre il saper bene amministrare i cittadini garantendo loro l'esercizio di queste stesse libertà. Gli ufficiali formatisi all'interno di questa classe possono commettere, come uomini e come militari, gravi errori di valutazione. Non ci sentiamo tuttavia sol per questo di contrapporre e preferire ad essi come modello ideale di cittadino, il contadino che nasconde il prigioniero, o l'oscuro tipografo che stampa manifestini insurrezionali. Uscendo fuori dai limiti di un moralismo efficace quanto si vuole ma appunto inadeguato a spiegare la com- .. plessa realtà di una società moderna, in cui l'arte del combattimento diventa sempre meno una funzione autonoma, da avventurieri riprovevoli e sempre più una qelle fondamentali e coordinate ·attività dello Stato, sentiamo di poter indicare nei capaci militari come è stato per il suo paese il Maresciallo Montgomery un modello di cittadino altrettanto positivo del privato com- [55] Biblioteca Gino Bianco

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