Nord e Sud - anno VI - n. 51 - febbraio 1959

- noto, si potranno gio:vare, oltretutto, degli incentivi specificamente 1)revisti dall'art. 18 della legge 634). Si tratta di impostazioni che no11 potrebbero 110n suscitare il co1npiacimento di quanti hanno a cuore il problema dello sviluppo i11dustriale de1 l Mezzogiorno: e che costituiscono motivo di 1Jarticolarc compiacimento e soddisfazione per « Nord e Sitd », ove da tempo si è ve11uto affermando ed ìliustrando· la necessità di adottare concezioni e criteri cl1e, nelle linee di principio, collimano perfettamente con quelli oggi fatti pro1)ri dal Comitato dei Ministri (si veda, in proposito, quanto si affermava nelle « ~ote di reda- ·z1one » pubblicate in Nord e Sucl n.ei numeri ?i febbraio, marzo_ ed agosto del I 957; si vedano, inoltre, gli articoli 1Jubblicati ·nel 11Òvembre I955, nel febbraio 1957 e nel maggio 1958). . . Inoltre, a confern1a della validità e della novità degli indiriz_zi progra11~- , matici surriferiti, che si distac~ano dai criteri tradizionali sin~ra .J)reval_e~Li nel nostro Paese in fatto di « zone industriali », si può ci~are - in aggiu_.nta a quanto più volte rilevato Sll questa Rivista - uno stu_dio clclla s,111\1E~ pubblicato pocl1e settirnane prima della seduta del Comitato clei 1\Ji11is~ri (~fr.: SVIMEZ, Il problerna delle Zone Industriali in Italia •- Estratto n. 61 da « lnforniazion,i SVIMEZ » - Roma, dicembre 1958). I11 detto stuclio - che peraltro 1nuove da un pu11to di vista IJiù arr11Jio cli quello assunto in questa sede e si propone di contribuire a soluzioni di carattere nazionale --:- ci si sofferma, dapprima, acl illustrare la « corifigurazioue pu,ntifor1ne e dispersiva degli interventi esplicati i1i passato: 11el senso, cioè, che l'azione di intervento fii circoscritta ad aree qua11to mai ristrette e variamente disseminate sul territorio nazionale, presci11<lendo da ogni considerazio11e no11 solo nei riguardi dei criteri relativi alla 'industrializzazione ' del Paese, ma anche ' delle possibili reciprocl1e it)terrelazioni tra i ' punti' di i11terve11to e delle interclipe11denze tra questi 11Itimi ed i territori circostanti » ( op. cit.J }Jar. 4). Indi, dopo aver posto in evidenza i li1niti dei successi - peraltro assai rari - ottenuti in passato, tramite la creazione lli « zone industriali », si conclude afferma11do la necessità fonda1nentale di « sostituire al concetto restrittivo 7 tradizional'mente preminente) un, coricetto 'ampio ' di ' zoria industria,Ze' ». Soltan_to attraverso questo ridimensionamento delle « zone industriali » possono difatti garantirsi 11na sufficiente libertà di scelte ubicazionali })er le industrie; un pie110 dispiegarsi dei va11taggi della concentrazione territoriale (sia dal punto di vista della collettività che da quello clei singoli 01leratori), nonchè un· contcmpera1ne11to dei benefici di codesta concentrazio11e con queTii della diffusione degli insediamenti umani e produttivi (all'i11terno delle varie- « zone » ); una razio11ale }Jredisposizione ed una migliore utilizzazione di una rete di infrastrutture i11 tutto l'ambiente; ecl, infine, una più appropriata caratterizzazione ed u11 più stretto coor(li11amento degli i11terventi [SO] Biblioteca Gino Bianco

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