l'inevitabile errore di uscire dal chiuso del suo zotico strapaese per ~i~urarsi sul terreno dei grandi conflitti europei. L't1rto non ci risvegliò brusca-- mente, perchè intorno al carcere la sorveglianza era ancora rigorosa, traco- . tanti i carcerieri, numerosi e potenti i loro complici esterni. Le stesse classi di leva chiamate a combattere le gt1erre del tragicomico colonialismo di Mussolini non avevano gli strumenti psicologici idonei alla esatta percezione della realtà contro cui stavano cozzando: avvertirono appena l'inganno, confusamente, nella dissonanza tra l'unanimità del paese legale e l'anarchica insufficienza delle sue risorse belliche. Erano necessari scontri più amp1, più dolorose lezioni, perchè i dubbi prendessero carattere sistematico; era necessario, soprattutto, che oltre frontiera paura e odio per il fascismo investissero i gruppi dirigenti dei paesi democratici. Ciò accadde dapprima in Francia, in Inghilterra e nella Spagna martire, ma queste nazioni ci rassomigliavano troppo, ossia rassomigliavano t~oppo al mondo che da noi era crollato tra il '14 e il '24, perchè potessimo essere commossi o anche solo. avvertiti della loro solidarietà. La polemica anticapitalistica, sopra cui il fascismo tornava al momento giusto come su un · pedale di comodo, bastava a renderci invisi gli atteggiamenti alla Eden o i movimenti del tipo del Fronte Popolare. Noi cercavamo, oscuramente, qualcosa di nuovo, forse perchè, oscuramente, avevamo già condannato · dentro di noi il regime che al fascismo aveva aperto le porte. Perciò fu soltanto quando si mosse l'America che noi morti ci destammo: perchè negli Stati Uniti cinema, letteratura, costume parlavano il solo linguaggio che noi giovani potevamo intendere (e non lo aveva intuito, del resto, il grande Lenin quando aveva lanciato lo slogan più importante del secolo: << soviet più elettrificazione»?). Sembra puerile, ma furono piccole cose, modesti e astratti esempi, a rimescolarci il sangue nelle vene. Attraverso i sagaci traduttori. letterarì come Vittorini e Pavese; attraverso i doppiatori della più spregiudicata produzione di una Hollywood ancora pionieristica; attraverso le facili divulgazioni del jazz più orecchiabile e gli stimoli di una civiltà congeniale alla nostra fisiologia, ci trovammo proposti quasi insensibilmente modelli di vita, di libertà, di rivolta che ebbero per noi una forza d'attrazione irresistibile perchè ci arrivavano da un m9ndo vergine. Disgraziatamente, nella nostra sconfinata e innocente ignoranza, nell'ignoranza che la scuola aveva rispettato e la società dominante alimentato [27] Biblioteca Gino Bianco
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