tesche scosse; noi, per nostra parte, determinammo di ben raccogliere le nostre forze per proseguire, con mente serena nell'animo turbato, i . nostri stt1di e lavori >>. Una simile netta presa di posizione (il corsivo usato per sottolineare la lucida profezia del grande pensatore è nostro) era fatta naturalmente per scandalizzare i sepolcri imbiancati del nazionalismo e del patriottismo, proprio come un romanzo distaccato alla << Dottor Zivago >> è fatto per scandalizzare le vestali del realismo socialista. Ma la replica di don Benedetto era altrettanto ferma e severa: ' << Non c1 parve cosa degna quel dissiparsi in vane immaginazioni e in piu vane parole, che vedemmo subito prodursi in moltissimi con l'aspetto di ansia generosa per le sorti dell'umanità e della patria, ma che era in realtà, le più volte, semplice abbandono alla sempre allettante pendenza verso l'ozio, ammantata col pretesto dèlla guerra, e dell'Italia· che sarebbe entrata anch'essa in guerra ... La patria deve poter contare sulla. serietà dei suoi scienziati come sul pudore delle s~e donne. Lo scienziato non deve entrare in gara con le passioni, quando sono intente all'opera loro di creare fantasmi d'amore e di odio >>. Queste ed altre sentenze non furono intese. Fu giudicata professorale freddezza di temperamento quel che era soltanto tenace fedeltà al proprio mestiere di uomo; e lo scetticismo sublime del filosofo fu valu.tato come la , contropartita teorica del giolittismo, fenomeno variamente giudicabile sotto la specie politica ma indubbiamente anacronistico durante e dopo la guerra, affatto insufficiente a mediare tutta la realtà sentimentale delle nuove ge- . nerazioni. In effetto, già nel 1919 la disintegrazione degli animi - rottura dolorosa e drammatica dell'unità, all'interno della coscienza prim'ancora che della corporazione dei clercs - era un fatto compiuto. Una generosa impazienza si impadronì degli italiani di ogni classe e gruppo ideologico, di fronte alla liquidazione di un regime liberale che era stato il «mondo» di tutti fino al '14; ed indusse anche i migliori a rinviare sine ,lie la verifica delle posizioni intellettuali, per puntare esclusivamente al ristabilimento di una normalità democratica che in verità apparteneva già al .(egno delle utopie. Osservatori originali come Salvemini, Gobetti, Gramsci, Rosselli, Sturzo, che pure si ponevano con chiarezza l'esigenza di individuare forme nuove di organizzazione per i• vecchi ideali, un tipo nuovo di società e di consorzio politico, si trovarono schiacciati tra le immani f25] Biblioteca Gino Bianco
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