Tempo di raccoglimento (a proposito di uno scritto di G. Piove11e e di una nota cli N. Chiaromonte1 di Antonio Ghirelli I Sempre più si vanno infittendo, sulle colonne delle poche pubblicazioni schiettamente democratiche ancora superstiti, gli interventi di uomini politici e di intellettuali sopra un argomento che l1a forse la stessa importanza (o forse ne ha una maggiore) dell~ bomba atomica e della guerra fredda: la crisi della democrazia europea, ossia la crisi dell'uomo 1958. La tragicommedia di Suez, le rivoluzioni di Jugoslavia Polonia e Ungheria, il crollo della Repubblica francese hanno segnato le tappe di una lacerazione che investe ormai il tessuto stesso della nostra società, ma che, nella sfera individuale, ha già toccato e travolto l'equilibrio intimo di ciascuno di noi, lasciandoci a galla per miracolo, come naufraghi annaspanti fra i rottami di una tempesta ideologica che è seguìta alla sconfitta hitleriana proprio quando sembrava che il grandioso evento dovesse aprire una nuova era nell'evoluzione della libertà umana. - Dei molti interventi, due ci hanno colpito in modo particolar.e, fino a suggerirci una replica che costituisse non tanto un corollario polemico, •quanto l'avvio ad un discorso organico, da riprendere e sviluppare - naturalmente - ciascuno secondo le proprie possibilità. Parliamo dell'articolo pubblicato da Guido Piovene sulle colonne di un quotidiano torinese (« Qu~lunquismo >>, in La _Nuova Stampa, n. 286 del 2 dièembre) e della « gazzetta >> inser1ita da Nicola Chiaromonte nella rivista che egli dirige con · Ignazio Silone (Tempo Presente, n. 11 del mese di novembre 1958). Il tema dell'articolo di Piovene è la <<tendenza>>,a suo avviso << dilagante >> tra gli intellettuali italiani, verso << una fuga degli animi dalla [19] ·Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==