tra i due ·aspetti dell'esperienza da· cui provenivano · i loro · amici «· ex >>: quella, .fallimentare, in sede ideologica, morale e politica generale, e quella nòn ostante tutto •positiva in :sede dì organizzazione, di tecnica politica,· di ton tatto con la realtà italiana. Il. rifiuto di àccogliere questo secondo· aspetto <lell'espèrienza degli « ex >>,da parte dei dirigenti della sinistra laica; f11 netto e persino disdegnoso. I radic•aii non vollero senlir consigli da·· chi aveva condotto .(e con qualche più successo di loro) decine di campagne· elettorali contro il malgoverno e l'invadenza clericale (il direttore di una pubblicazione radicaleggiante scoprì nel 1958, beato lui!, che le elezioni, in Italia, si fanno contro le direttive dei confessionali). I socialdemocratici dissero di aver: avuto sempre ragione in linea teorica e ideologica (il che era forse vero), e ciò li convinse a considerare gli << ex >>come dei figliuol pro- <lighi. Non accettarono critiche in linea pratica (il che era sbagliato). ·Si tendeva a « dare un voto >> di democrazia: a questo dieci con lode, a questo sei e mezzo, quest'altro bocciato o rimandato a ottobre. Uno dei due settori del convegno, in altre parole, non riusciva a comprendere che molta parte delle remore, delle incertezze, delle contraddizioni messe in luce dall'altra ala, proveniva da almeno due rispettabili ragioni. Per prima cosa d~la coscienZJadi poter presentare alla democrazia italiana un bilancio perso~almente positivo, dal convincimento cioè di aver ben poco da rimproverarsi ·quanto a sincerità di lotta democratica e ad importanza di risultati co~seguiti (certamente assai meno che non gli ex sostenitori di una legge elettorale truffaldina, o i responsabili di tantò «maccartismo>>). Certo: non era merito degli << ex » se il PCI, nella ·sua involuzione -o, meglio, nella p~ogressiva riscoperta dei suoi reali obiettivi e limiti, non è riuscito a prendere il potere in Italia e a fare strame della democrazia. Ma è certamente merito di quasi tutti loro (e di altri che sono ancora << dentro ») se il PCI (ed è questa la pietra basilai:e del convincimento di tutti gli « ex » : è addirittura la ragione stessa per cui sono « ex ») ha fun.zionato per almeno· dieci anni (dal 1939 al 1949) come la più forte leva della democrazia in Italia, ha insegnato a milioni di cittadini a prendere coscienza di sé e dei propri diritti, persino a leggere e a scrivere. Si noti che questa coscienza, questo « orgoglio » ( che il convegno frustrò), non riguardava soltanto l'apprendimento -delle tecniche politiche (da come si organizza un comizio a come si diffonde un giornale), ma qualcosa di più, e che dura tutt'ora. È, a tutt'oggi, si potrebbe dire, il convincimento di aver fatto un'esperienza fondamentale [13] ·Biblioteca Gino Bianco
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