doversi considerare l'esperienza del gruppo di Corrispondenza SocialistaY' l'upica forma organizzativa degli <<ex >>che sia riuscita a conquistarsi _una. ba~ ..di inassa su terreno politico. Gli intellettuali hanno fatto abbastanza presto a reinserirsi nel tessuto delle loro attività normali (carriera accademica o letteratura, giornalismo o pubblicazione di riviste specializzate). Con ciò si sono automaticamente tagliati fuori dal loro vecchio pubblico. 111 effetti la stragrande maggioranza di loro è oggi tagliata fuori dalla parte-- cipazione politica. Quelli di Corrispondenza Socialista, in sostanza, sono stati gli unici che hanno potuto t1tilizzare un mezzo di comunicazione di massa e che, coscientemente, hanno. scelto un linguaggio a u1i. livello di massa. Un altro tentativo, in questa direz~one, sembra essere stato recentemente operato dal gruppo che, ancora all'interno del PCI, pubblicava la rivista eterodossa Città Aperta, con la collaborazione ad un nuovo rotocalco di non chiara tendenza e struttura. Sta di fatto che, come un tempo c'erano gli intelléttuali <<cripto-comunisti>>, così oggi ci sono gli intellet-· tuali << cripto-ex comunisti>>.. · Ciò premesso, mi pare che il discorso sugli ex comunisti non possa prescindere dall'analisi di pochi pt1nti . .1) A distanza di circa un anno, appare ormai come determinante, al mancato fine d'un fattivo inserimento degli << ex>>nella situazione politica. nazionale, il fallimento del convegno indetto a Roma, da un gruppo <li riviste, tra reduci dal PCI e intellettuali della sinistra laica. Quel convegno non solo non riuscì a stabilire un concreto programma di_lavoro comune (collaborazione, fusione di iniziative, -ricerche e studi di .reciproco interesse), ma neppure a riaprire un discorso continuativo e veramente polemico (e quindi creativo) tra i d~e gruppi: neppure a instaurare un'atmosfera, un clima, atto ad aprire successivamente il discorso. Forse il convegno fu un atto di impazienza. Venne troppo presto. Forse vi si avvertì un sospetto di speculazione elettoralistica. La ricerca delle cause obiettive del fallimento, qui, interessano meno che le colpe, meno cioé che la ricerca de.gli errori che potevano essere evitati e delle disposizioni psicologiche del ffi(?mento che occorreva cercare di superare. : . Ci fu, 11egli<<ex », il sospetto di essere co.nsiderati a11imali da giardino zoologico ( « Vediamo come son fatti, vediamo cosa pensano >>)o, almeno, di: ~9ver passare a un esame. La. sinistra laica non seppe allora distinguere \ [12] .. Biblioteca Gino Bianco
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