rico, il proletariato come realtà soggettiva e come coscienza politicamente operante è soltanto un desiderio del Mondolfo e non un fatto storico, come è invece presentato nella prefazione al libro della Conti. Meglio, dunque, non valutare la funzione teorica di questo volume, ma riconoscergli il carattere di manuale politico ad alto livello; Che è poi il destino di quelle che Croce chiamava << ·1e storie scritte dai reazionari d'ogni sorta», di destra, cioè, o di sinistra. · Peraltro, la durezza di guesto giudizio v_aattenuata per la seconda parte del volun1e, specie per quel che riguarda l'analisi della lotta politica condotta in Itali_a da! 1 dopog.uerra ·ad •oggi e ~ella quale la Conti sen1bra venire trovando una crescente indipendenza di giudizio. Parlando dell'atteggiamento politico e sindacale dei movimenti socialista e comunista, l'Autrice, dopo aver rilevato che, su un piano di puri enunciati teorici, quell' atteggiamento auspicava un vero e proprio sistema di· sìcurezza sociale, molto opportunamente nota che il piano della CG II"' fondato sul principio della contribuzione proporzionata al salario, e quindi su :una politica di alti salari, avrebbe potuto fare riferimento a un qualsiasi paese che avesse un certo grado di sviluppo industriale e soprattutto uno sviluppo equilibrato: ma non teneva conto del solco che in Italia separa la realtà contadina, e. sottosviluppata del Mezzogiorno, automaticamente esclusa dalla preconizzata politica degli alti salari, dall'Italia della grande· industria. Ed è davvero degno di rilievo che· sia una marxista convinta a rilevare l'astrattezza 1nassimalistica del marxismo italiano, scivolato anch'esso, in materia di previdenza e sicurezza sociale, sulla bueeia della generale abitudine nazionale di forn1ulare piani in astratto, prescindendo dal Paese e dal tempo, e riferendosi sen1pre a un'immaginaria società ideale. Astrattezza tanto più deplorevole quan-- to p.iù, sul piano pratico, << si dava inizio a una serie di agitazioni e lotte per migliorare quantitativamente le prestazioni erogate e per estendere la previdenza ·a ' . . . . . ' nuove categorie, prima non ass1st1te: c10 che non si stacca da un gener~co riformi-• smo » comune alle altre organizzazion~- sindaca!i, anche se in quest'ultime· menoefficace e senza una visione organica che potesse accostarlo alÌa lontana al riformismo inglese, scandinavo e perfino francese. E però è dubbio che possa ascriversi interamente al riformismo dei sindacati . la responsabilità della mancata attuazione dei suggerimenti espressi dalla Con1-- n1issione per la riforma della previdenza. sociale: l'unificazione degli istituti, il de:- centra1nento delle loro .attività, l' assisten-- za sanitaria integrale sono, in parte, cose alle quali è giusto che si gu·ardi, considerati i difetti del sistema previdenziale vigente: la loro attuazione urta peraltro contro difficoltà d'ordine pratico non trascurabili, prima tra tutte la constatazione, gia dimostrata in sede tecnica davanti al CNEL, che l'unificazione, almeno con1e: di solito la si intende, anzicchè ridurre la burocratizzazione della previdenza l' aumenterebbe, ed aumenterebbe le spese di gestione, frustrando l'aspirazione àl miglioramento e all'estensione delle _presta-- zioni sociali nonchè alla decentralizzazione delle attività previdenziali. Nè la. Conti ignora che il sisten1a finanziario della capitalizzazione, di cui la1nenta la. mancata soppressione, 1ungi dall'essere.- [119] Bibliote·ca Gino Bianco
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