Nord e Sud - anno VI - n. 51 - febbraio 1959

,.. Ex comunisti '' annO due '' di Marco Cesario i Sforza Sarebbe del tutto inutile, probabilmente, tentare u11discorso generale ' sulla situazione degli ex comunisti << anno due». Si finirebbe inevitabilmente col metter su una specie di catalogo ragionato delle posizioni poli- • tiche e ideologiche individuali, dive~sissime tra loro (si va dal « trotzkismo>> di alcuni gruppi milanesi, a~la pseudo-sinistra non << carrista >>di alcuni che hanno aderito al PSI, fino· alla posizione di amici e consiglieri della socialdemocrazia saragattiana, assunta da certi altri). Tutto ciò sembra poco utile e ancor meno divertente. In realtà, due sole co11statazioni sen.1brano presentare qualche interesse: a) la differenza di atteggiamento esistente tra la massa degli ex comunisti del Nord e quelli del Mezzogiorno (da Roma in giù); b) il distacco sempre più marcato tra intellettuali (ex quadri diri-· genti politici e culturali del PCI, ai diversi livelli), e massa degli ex iscritti. L'esperienza comunista, a Milano, Torino, Genova, ecc., viene ancora prevalentemente scontata in forme ai assenteismo operaio (pettegolezzo, scetticismo intriso di .<< sinistrismo » e spirito corporativistico). Nel Mezzogiorno, invece, l'ex iscritto al PCI t~nta ancora, con tutte le sue forze, di considerarsi un << militante>> (la. composizione regio11ale della recente Al,Ieanza Socialista appare sintomatica: soltanto un terzo delle adesioni sono giunte dal Nord e due terzi dalla Campania, Puglie, Calabria e Isole). Esistono buone ragioni per tale diffèrenziazione. La principale consiste, probabilmente, nel fatto che l' «ex» non è mai, al Nord, così perfettamente « solo » come rischia di restare a Sud, dove il partito è, in primo luogo, un'associazione di difesa (una <<mafia»). In altre parole:, egli trova . [1_0] Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==