LAURA CoNTI: L'assistenza e la previdenza sociale - Storia e problemi. - Edizioni Feltrinelli, Milano, 1958. Se i marxisti avessero maggiore coscienza della crisi che da più di mezzo secolo investe la loro cultura, opere come questa della Conti vedrebbero probabilmente la luce solo dopo aver risposto all'invito di più adeguate meditazioni. Non che all'Autrice manchino più vaste conoscenze della materia di quante ne dimostra nel libro: ma non si può ignorare che le omissioni, sia pure volontarie, nuocciono alla stessa dimostrazione della tesi politica (e preminentemente politica·) alla quale il trattato è rivolto: tesi che in ogni caso sarebbe stata da re_spingere nelle formulazioni complessive, n1a che, in una diversa economia dei suoi termini, avrebbe almeno potuto dare la misur,1 delle possibilità di un indirizzo storiografico. La Conti ritiene che, sotto l'influsso di un diffuso sentimento moderno che assegna alla società il dovere di garantire ai cittadini bisognosi un livello minimo di vita, si sia portati a far discendere quel dovere da un principio etico e che si giudichino le n1oderne istituzioni previdenziali, pur con molte riserve, come un innegabile progresso sul passato. Fantasie! Il progresso umano, secondo l'Autrice, in questo settore come in qualsiasi altro, non trova stimolo nel richiamo di alcun principio, ma solo nelle successive spinte delle classi sociali e delle necessità politiche. Democrazia, laburismo, liberalismo, newdealismo non hanno rappresentato niente ai fini di quel progresso: e la prova del nove che la Conti ha trovato per dimostrare l'assenza di spinte ideologiche << borghesi >> nel progredire della previdenza., è nelle odierne innegabili stratificazioni, interferenze, sovrapposizioni di leggi e di istituti nel settore, tutte cleriate << non dall'imperfetta realizzazione di un principio progrediente verso attu:izioni migliori », ma dal fatto che quelle leggi e quegli istituti << sorsero volta per volta in obbedienza a questa o quella necessità, rappresentando volta per volta il confine su cui si scontravano gli interessi contrastanti, o il punto di confluenza degli interessi temporaneamente convergenti >>. Ora, evitando di ripetere la vecchia polemica con la pretesa degli storici 1narxisti di scrivere la storia di ieri con le idee e sul metro dei problemi di oggi,. è chiaro che - ammessa e non concessa la validità del proposito di non voler << descrivere », ma << interpretare >> la storia - una descrizione più completa, senza i vuoti lamentati in principio, sarebbe stata utile ai fìni di una migliore inter- , pretazione. Riesce infatti difficile, all'Autrice, conseguire l'obiettivo dichiarato: individuare la direzione verso cui si muove il sistema e le modifiche che esso subirl nel prossimo futuro, per poter offrire ai lavoratori l'orientamento di cui hanno bisogno per inserire quelle modifiche nella via italiana al socialismo. Via nella quale la Conti crede ancora, anche dopo il taglio dei cento fiori. Così, se invece di esaminare la storia sociale d'Inghilterra dagli albori dell'età mercantile e della prima rivoluzione industriale, la Conti avesse tenuto nella dovuta considerazione la crisi agricola del XIV secolo e la rivolta dei contadini, ]e 1 unghe guerre interne ed esterne e le lotte di religione, si sarebbe preparata diversamente a penetrare lo spirito dell'età ' [117] BibliotecaGino Bianco
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