Nord e Sud - anno VI - n. 50 - gennaio 1959

vede disposti intorno al centro maggiore, Napoli (l.100.000 ab. circa), una serie di centri tutti con più di 40.000 ab., tranne tre (Casoria, S. Giorgio a C. e Bacoli) che si aggirano sui 20.000 ab. La zona di Salerno e del Sele è invece formata da comuni il cui grado di industrializzazione medio è inferiore a quello dei comuni della prima zona; i11compenso si tratta di comuni, specialmente quelli del Sele, che si trovano in una fase di progresso agricolo sempre più rapido ed intenso. Mette conto di notare inoltre che queste due zone presentano non solo t1n movimento attivo al pari della zona napoletana (ed anzi più attivo da u11 punto di vista relativo), bensì anche un movimento assai più intenso. Basti pensare che la piana del Sele ha fatto registrare nel nostro periodo un'affiusso di iscritti pari al 31,07 % ~ della popolazione residente nella zona al 4-XI-1951, laddove l'analogo afflusso nella zona napoletana raggiunge appena il 10,15 °/4. Zone, dunque, quella di Salerno e del Sele, non solo attive, ma anche di grande mobilità; centri, insomma, di attrazione e smistame11to insieme delle grosse eccedenze demografiche prementi dalle depresse aree circostanti. Delle altre zone si distinguono quelle della penisola sorrentina e di Capri, e della penisola di Procida e delle isole di Procida e di Ischia, contraddistinte dal prevalere . di attività turistiche e marinare e da attività agricole di culture i_ntensive e pregiate (vite e agrumi); la zona del litorale sessano-vultumese, che è zona di bonifica agraria; le zone di Lettere, dell'agro di Salerno e dell'alta valle del Sarno che sono zone la cui economia agraria presenta strutture via via più arretrate e depresse. Tutte le altre zone da noi comprese sotto la denominazione di Campania Felice sono zone di ricca e progredita agricoltura con sparse attività industriali, che però subiscono fortemente la attrazione di Napoli e di Salerno. La zona della valle del Sarno, II, segna il punto di divisione fra la zona in cui è più forte l'attrazione di Napoli e quella in cui è più forte l'attrazione di Salerno. È tuttavia da rilevare c11ea nord di Napoli l'attrazione di questa città sarebbe probabilmente meno forte di quanto attualmente è, se ragioni storiche non avessero disperso in tre centri, poco distanti fra loro, e simili nella loro struttura, (Capua, S. Maria Capua Vetere e Caserta) le possibilità di concentrazione urbana offerte dalla ricca zona agricola circostante. In ogni caso è certo da mettere in rilievo l'alta misura in cui nelle zone della pianura campana, della valle del Sarno e del Vesuvio la ricca agricoltura locale permetta di contenere con altissime densità demografiche, e quindi di [82] Biblioteca Gino Bianco

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