Nord e Sud - anno VI - n. 50 - gennaio 1959

chè, nella misura del possibile; accoppiassero i caratteri di attività o passi- -vità ri_spetto.al movimento migratorio (i caratteri, cioè, derivanti da una eccedenza complessiva degli iscritti sui cancellati, o viceversa, nelle anagrafi dei comuni da noi compresi in ciascuna zona, durante tutto il sessennio 1952-57) con quelli di una sufficiente omogeneità fisico-economica~ Il che potrà forse apparire non perfettamente rigoroso da un pt1nto di vista metodologico. Si tenga, però, presente che lo svantaggio conseguente da criteri di classificazione più ampi di un puro computo statistico dei casi in cui gli iscritti nelle anagrafi dei comuni meridionaìi prevalgano, complessivamente, nel periodo che ci interessa sui cancellati - o dei casi contrarii - viene ad essere più che compensato dal vantaggio che si ottiene attraverso una considerazione più complessa degli stessi dati statistici. Si ha, linfatti, nel secondo caso, t1na rappresentazione assai più aderente che una schematica classificazione dei casi positivi e negaivi alla multiforme, contraddittoria e dinamica realtà umana che è oggetto del nostro studio. In ogni modo è• proprio ad una rappresentazione di questo genere che noi abbiamo voluto giungere; E ci~ tanto più i11quanto è notevolmente diffuso nel Meridione un irrazionale ~!ternarsi di comuni a comportamento migratorio « attivo >> e di comuni invece a comportamento migratorio << passivo », che non permette assolt1tamente, in moltissimi casi, di formare distretti omogenei dal mero punto di vista delle vicende del movimento migratorio,. mentre costituisce, nello stesso tempo, uno dei tanti modi attraverso i quali si estrinseca la fondamentale precarietà di tanta parte degli insediamenti meridionali. Le zone che risulteranno << attive >> dal punto di vista del movimento . migratorio saranno - come vedremo - sempre poche, anche se più diffuse e differenziate rispetto a quel che ci ha rivelato l'analisi dei dati provinciali. Qui ci preme, però, di far rilevare che in ogni caso il bilancio attivo del movimento migratorio di tali zone deve presumersi dovuto ad immigrazioni dalle aree contermini; non essendo possibile pensare in nessun caso ad una attività del movimento delle persone con l'estero e con le regioni centrosettentrionali del nostro Paese, stante il forte passivo cui il movimento con l'estero e con il Centro-Nord dà costantemente luogo, mentre con l'Italia insulare i rapporti delle regioni meridionali sono sempre poco consistenti. L'esodo dalle Isole ha, insomma, la sua destinazione al Centro-Nord, precisamente come avviene per il Meridione; e quanto all'esodo che si ha nel [76] Bibliot ca Gino Bianco

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