11ersi fedele alla sua vocazione di artista. Ecl è una situazione eccezionale~ come Vinciguerra fa 11otare, qt1ella in cui vanno considerati i rapporti fra autore ed editore nel caso Paster11ak, e la stessa volontà dell'autore rispetto al modo in cui deve cli 11ecessità com1)ortarsi 11ell'a<leguare la stesura dell'opera alle esigenze del momento. ?via, detto questo, accettate cioè le acc<?rat~ considerazioni che Mario \!inciguerra, con squisita sensibilità, fa sulla ormai triste sorte del « })overo confinato di Peredelkino », a cui la protesta degli uomini liberi potrebbe giovare 1Je11poco (~a Vinciguerra si associa alla protesta, perchè è giusto « cl1e le ragioni del cuore prendano il passo su quelle della testa » ), non si capisce co1ne egli possa J)ront1nciare u11 d11ro giudizio sull'o1)erato dell'editore italiano. Se, come lo stesso Vinciguerra osserva subito dopo, « bisogna che anche la testa dica le sue ragioni », a noi pare che il comportan1en to del Feltrinelli 110n possa condannarsi così, semplicemente perchè nel pubblicare il Dottor Zìvago l)UÒ aver clato l'impressione cli 11011attenersi alla lettera a quelle norme e consuetudini che nei paesi civili e liberi reg·olano il diritto d'autore. Non vi sarebbe stato nulla da obbiettare alle osservazioni del Presidente della Società italiana degli autori ed editori se, come abbia1no già avuto occasione di osservare, ci fossimo trovati di fronte ad u11 11ormale rapporto fra un autore ed un editore, entra1nbi liberi di agire in ..piena indipendenza ed autonomia. I fatti invece compro, ano che si trattava di un caso, di una situa1ione eccezionale, di cui si rencleva conto per primo lo stesso Pasternak, come non può fare a meno di riconoscere lo stesso Vinciguerra. La verità è cl1e, dato il giusto peso alle ragioni del cuore si può ragionevolmente concludere in un solo modo: la volontà di esprimersi liberamente porta sempre i11una società organizzata come quella sovietica a casi eccezionali in clii è facile il prodursi della tragedia personale, dato cl1e è difficile sottrarsi al cieco arbitrio del potere politico che non consente alcun margine alla manifestazione libera della persona, e che nel mutevole volgere delle situazio11i non permette al singolo nemmeno la l)ossibilità, giustificata dallo stato di costrizio11e, dell'opportunismo. Cosi nella vita. pubblica, così nella vita dell'artista. Consapevole di ciò, l'editore italiano, che rap1)resentava l'unico legame che ancora poteva unire l'esiliato di Peredelkino alla cultura libera dell'Occidente, dopo aver ricevuto il telegramma di Pasternak poteva fare due cose: o rispedire il manoscritto del Dottor Zivago in Russia, sicchè poi nessuno avrebbe potuto più leggerlo (oggi sappiamo dalla lettera dei redattori della rivista N ovy Mir che neppure con le correzioni, con il cedimento alle tentazioni -dell'opporttu1ismo, il romanzo a.vrebbe potuto vedere la luce); oppure richiamarsi a tutto quello che Pasternak h_a potuto liberamente dire a proposito della sua opera « immatura », e pubblicarla così come l'autore l'aveva concepita, nella libertà spirituale che nemmeno l'esilio aveva potuto toglier- [73J Biblioteca Gino Bianco
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