Nord e Sud - anno VI - n. 50 - gennaio 1959

manzo; sicchè il telegramma poteva valutarsi non come prova di un mutat~ giudizio dell'autore sulla propria opera, ma· come estrema espressione di una volontà estranea che si appellava a ferree ragioni di opportunità politica. · A rafforzare un siffatto convincimento, v'erano inoltre molte manifestazioni antiche e recenti dello stesso autore del Dottor Zivago. Non aveva questo seguito passo passo la preparazione editoriale del romanw, non sapeva che· il libro era stato ceduto ad altri editori d'Europa e d'America, senza per ciò aver mai sentito il bisogno di avanzare una riserva e di esprimere dei dubbi? Per cònoscere il pensiero di Pasternak, la sua opinione sul romanzo, la· sola che conti, non v'era nemmeno bisogno di ricorrere alle lettere che si dice l'editore italiano abbia ricevuto in buon numero; bastava leggere, ad esempio, l'intervista concessa dallo scrittore ad una rivista uruguaiana, più o me·no nella stessa epoca in cui un telegamma con la sua firma veniva recapitata a Feltrinelli: « la cosa più importante che sono riuscito a fare finora in tutta la mia vita è il romanzo il Dottor Zivago; mi vergogno della circostanza veramente triste per cui mi si è fatta una rinomanza esagerata per i miei primi scritti, mentre non si conoscono i miei lavori recenti, soprattutto il romanzo »·. E bastava guardare ancora una volta nel manoscritto delrAutobiografia ·d·i Pasternak, che lo scrittore aveva spedita all'editore italiano, quasi a voler tangibilmente riconfermargli la sua fiducia mentre altri lo faceva -oggetto di assillanti pressioni, poco prima dell'agosto 1957, della data cioè del famoso telegramma. L'Autobiografia) di cui è uscita da poco l'edizione italiana, si chiude cosi: « Ho terminato assai cli recente il mio lavoro principale, il più importante, l'unico di cui non 1ni vergogno, di cui rispondo senza pat1ra, il Dott<;>r Zivago ». Era quindi pensabile cl1e uno scrittore di sessantasette anni potesse nello stesso tempo esprimere giudizi come quelli sopra riportati sul proprio romanzo e telegrafare all'editore di considerarlo un'opera« immatura»? O non , si doveva piuttosto vedere, nelle parole dell'intervista al periodico urt1guaiano da noi riportate, Ùn sottinteso rimprovero, una manifestazione di protesta nei confronti di coloro che impedivano la pubblicazione del Dottor Zivago? L'atteggiamento del Feltri11elli di insistere quindi nella pubblicazione del romanzo in Italia, nonostante le pressioni sovietiche, non può essere giudicato che come l'espressione della decisa volontà dell'editore di rispettare il desiderio più volte manifestato, con accenti di commossa trepidazione, da Boris Pasternak di vedere finalmente circolare quella che egli riteneva l'opera sua più significativa. Tutto ciò è ovvio, anche in mancanza di una esplicita dichiarazione in proposito, perchè ben si comprende come la situazione del Pasternak in patria dovesse consigliare una necessaria e prudente riservatezza. Dopo la. pubblicazione del romanzo, val la pena di ricordare, Pasternak non ha mai nascosto la propria soddisfazione,- la sua gioia di vedere almer10 all'estero circolare liberamente il Dottor Zivago. Poco dopo di aver appresa , [71] ·Bibliotec·a Gino Bianco

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