Nord e Sud - anno VI - n. 50 - gennaio 1959

sione per additare al pu pblico disprezzo l'editore « sinistrorso >>, il quale avrebbe agito con molta spregiudicatezza nei confronti del povero Pasternak, contribuendo non poco a metterlo in difficoltà con il governo del suo paese. A questo punto è legittimo porsi una domanda: quale fondamento ha la tesi « legalistica »· dell'Alicata, è possibile, e logico, parlare di colpa dell'editore, trattare il caso alla stregua di una normale infrazione di buoni costumi editoriali? E c'è stata poi questa infrazione? Scrive Alicata, nel citato articolo de l' U1'zità: « (Pasternak) poichè aveva già trasn1esso una copia del suo manoscritto ad un editore occidentale al solo scopo di consentirgli la traduzione del Dottor Zivago in contemporanea con l'uscita del libro in Unione Sovietica, e poichè ora tale pubblicazione era da considerare almeno rinviata per un certo periodo,· si rivolse a quell'editore per invitarlo a non pubblicare il libro in Italia e negli altri Paesi dell'Occidente. Prevalse in quell'editore la cupidigia (non 11ecessariamente mercantile) d'un grosso colpo editoriale o si fece strada, nell'animo suo e dei suoi consiglieri, l'intento di compiere una provocazione ai danni del paese del socialismo? Fatto sta cl1e calpestando la volontà di Boris Pasternak e i11spregio a tutte le norme giu~idiche e morali che reg·olano i rapporti fra un e?itore e un autore (ma si trattava di un autore sovietico, non dJun americano) la traduzione del libro apparve t1gualmente ». Parrebbe, a leggere questo passo, che il rapporto tra Boris Pasternak e il suo editore italiano fosse quello normale che può stabilirsi tra un qualsiasi autore ad un qualsiasi scrittore d'un paese libero; si potrebbe avere l'impressione, anche, che tutto si sia svolto così, semplicemente tra Pasternak e Feltrinelli, che non vi .sia stato nessun inter- . vento estraneo, e che l'onnipotente brocrazia culturale dell'UllSS, interprete delle esigenze « politiche » d'un regime autoritario, non abbia avuto alcuna parte nella movimentata Yice11da. I fatti, però, non stanno nel modo narrato, con eccessiva disinvoltura e con molte dimentican~e da Alicata, bensì in modo, a dir poco, 11otevolmente diverso, per quanto è dato conoscere e giudicare. Val la pena quindi cli riassumerli, perchè da essi risulterà a chi deve essere attribuita la responsabilità della triste condizione attuale clel grande scrittore russo. Tra la fine del 1955 e i primi rnesi del 1956 in Russia veniva annunciata ufficialmente dalla radio e dai giornali russi l'imminente pubblicazione del Dottor Zivago., la pri1na opera narrativa di grande impegno cli Boris Pasternak, universalmente noto come uno dei maggiori poeti dell'U11ione Sovietica. L'annu11cio seguiva all'apparizione, sulla magg_iore rivista letteraria russa, di un gruppo di poesie che facevano parte clell'opera. L'editore Feltrinelli, avuta in questo modo notizia dell'esistenza del Dottor Zivago., cercò di assicurarsi per l'Italia la possibilità di pubblicarlo per il primo. Un suo incaricato, il dottor D'Angelo, riuscì a mettersi in contatto co11Pasternak, dal quale ottenne l'au- [68] Biblioteca Gino s·anco

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