hanno addirittura evocato il fantasma del mecenatismo·pri11cipesco. Splend1cla e civilissima cosa è il riconoscimento giuridico del lavoro mentale, il favore ambientale allo sviluppo delle arti. A patto però che non si sostengano i rliritti della retorica contro quelli della poesia e non si costringa lo scrittore ai calcoli di grazia nei confronti del Principe ». Un linguaggio, come si vede, molto chiaro e duro, tale cioè da giustificare il più positivo dei giudizi da parte clemocratica, se lo stesso giornale non avesse ospitato, due giorni prima, interventi di Muscetta e Carocci (il primo, tra l'altro annunciante un intero « supplemento letterario » di Mondo Operaio dedicato a Paster11ak), significativi entrambi di qt1ello stato di _confusione ideologica e politica, di miopia 11ella valutazione dei fatti che da troppi anni è la bandiera di certi « intellettuali organici». Ma l'intervento di 1\tluscetta e Carocci è per altri versi •importante: esso sta infatti a di1nostrare la duplice anima - ideale oltre che politica - del PSI, la contraddizione tra vecchi e nuovi stati d'animo; tra Avanti! e 1VI011,dOo peraio, tra socialisti alla Arfè e alla Cattani da un lato e socialisti alla Muscetta e alla Carocci dall'altro, per non parlare dei Panzieri e dei Libertini. Ecco quindi la ragione per cui non possiamo indicare come I del tutto chiara e soddisfacente la posizione socialista in merito al «caso·» ' Pastemak. Bisogna comunque registrare che il fronte - un tempo comune - della stan1pa « di sinistra » è oggi per buona parte infranto e che, a dar spettacolo della propria miserevole debolezza morale, non sono rimasti che i comunisti. Dicevamo ar1che, all'inizio di queste brevi note, che in poche altre occasioni l'isolamento dei comunisti è stato così completo e senza simpatia. Quello che comunque può essere, in questo atteggiamento, segnalato è il quasi asso- , luto silenzio delle « grosse firme » della politica o della cultura comuniste. 1\licata è intervenuto come il solito « scolastico » dei momenti moralmente llifficili per il suo partito. ~la gli altri? Gli Ingrao, i Trombadori, i Reichlin, i Bianchi Bandinelli, i Salinari, gli Spriano, i Lajolo? Sarebbe stato forse preferibile il commento polemico in favore della decisione delle autorità sovie- . tiche, il saggio « ortodosso » e stalinista, anzichè il loro imbarazzato silenzio. Che lo sappiano o meno, gli intellettualì e uomini politici comunisti, è nostro dovere ricordare ancora loro che, con l'ultimo episodio di cui è stato protagonista Boris Pasternak, si è riaperto nuovamente il problema dell'artista nei suoi rapporti col potere politico intollerante, che l'offensiva a base di « n11ovo corso » e « antistalinismo » assicurava ormai superato dai fatti. I fatti, cui abbiamo, nel caso Pasternak, assistito sono stati tali da aggl1iacciare. ·Se mai verrà composta un'antologia dell'intolleranza politica dell'epoca moderna, vi troveranno posto, come pezzi «classici_», i comunisti e gli articoli della Literaturnaja Gazeta e dell'Agenzia Tass. Abbiamo però abbastanza senso comune e rispetto delle proporzioni per affermare che in questa antologia non [65] . ·Biblioteca Gino Bianco
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