Nord e Sud - anno VI - n. 50 - gennaio 1959

• forze su scala europea. Gli ultimi progressi della fisica 11ucleare, ad esempio, non potrebbero costituire oggetto di regolari corsi presso le università· esi- • stenti ». Un insegnamento superiore a livello europeo, hanno detto a Ginevra, <lovrà rispondere alle s11eseguenti esigenze che lo clefiniscono e lo limitano: offrire a coloro che hanno una preparazione in certi settori l'acces30 a conoscenze più progredite e più recenti; aprire una specie di studiuni generale europe<? agli specializzati, e ciò partendo dal presupposto che « il progr~so scientifico dipende almeno in egual misura dalla cultura generale del ricercatore e dalla sua specializzazione, senza perdere di vista la necessità di integrare ogni disciplina particolare ir1 una concezione globale della nostra società e della sua evoluzione ». Per soddisfare questa duplice esigenza bisognerebbe creare un certo numero di istituti per le ricerche nucleari, l'aut~- mazione, la tecnologia, le discipline comparate (storia, geografia, linguistica, letteratura, diritto), l'economia europea e i territori d'oltremare. L'insegnamento specializzato, impartito in seminari distinti, doyrebbe essere completato da corsi generali comuni per tutti gli studenti. I vari istituti di specializzazione dovrebbero essere rit1ni~i in un solo << Cer1tro europeo di insegnamento post-universitario », e lo stesso personale amministrativo servirebbe per tutti gli istituti. Si avrebbe cosi - concludeva la risoluzione del Gruppo di studi di Gi11evra - con minori spese e maggior profitto 11n gruppo di lavoro permanente e indispensabile. Nè ci sarebbe da temere concorrenza tra il centro postuniversitario e le università nazionali. Occorrerebbe peraltro dotare le università nazionali di cattedre nuove di materie europee, incorporate nell'insegnamento regolare e sanzionate da esami ufficialmente riconosciuti. Fin qui, nelle grandi linee, il piano elaborato dal gruppo di studio di Ginevra, preoccupato cli suggerire ai governi un progetto di Scuola superiore <-Oncui fosse possibile « introdurre uno spirito europeo su scala universitaria, pur restando fedeli alle esigenze scientifiche e alla obiettività che costituiscono il nerbo universi tari o ». Nella riunione di Bruxelles del 20 maggio scorso, il Consiglio dei Mi11istri della CEE decise di « favorire la fondazione di una Università europea, quale istituzione autonoma e permanente per l'i11segnamento e la ricerca, che riunisca professori e studenti provenienti soprattutto dai Paesi della Comunità». Un gruppo di lavoro composto da Medi e De Groote per l'Euratom, da Hallstein per la CEE e da Coppè per la CEC.. t\. fu incaricato di presentare un progetto. Pare che il gruppo, scartata la tesi qell'Università concepita come s_cuola <li perfezionamento, si sia orientato verso u11 tipo di istituzione di largo respiro, vero e proprio istituto di insegnamento universitario comprendènte [61] Biblioteca Gino Bianco

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