Nord e Sud - anno VI - n. 50 - gennaio 1959

del 1953 chiedevano al partito di farsi l'araldo di una revisione dell'articolo 139 della Costituzione, non può oggi non registrare come fatto .positivo che gli argomenti reazionari trovino ormai nel partito scarsa e nessuna udienza, e che gli interpreti ne siano rido'tti aì margini. La loro disfatta è stata in parte l'opera propria di quella .segreteria Malagodi che, sorta da una sconfitta interna .d~lla sinistra e del centro coalizzati, sembrava destinata a recare a compimento le speranze della destra riazionalfascista, liberalnazionale, legittimista. Que.sta ha finito invece col vedersi battuta, alrinizio dell'anno, proprio sul ten1a della « grande destra )) pèr le elezioni politiche, avendo la segreteria .-generale resistito alla pressione in questo senso es~rcitata dalle organizzazioni padronali. . Sono note le riserve di 11alagodi sulla << Con:fintesa )>: che se anche nascessero, come è stato osservato da commentatori di sinistra, dal << perseguimento· degli stessi fi11idi classe secondo1 una visione indipendente, ma che resta pur sempre nel quadro ·generale deila difesa degli interessi della_ grande borghesia italiana)), in ogni caso non· testimoniano meno di una autonomia di condotta i11 sede politica, che a molti sembrò destinata a presto dileguare. Anche aila << piccola intesa )) con i partiti monarchici,. infine, la relazione approvata dal congresso sbarra in definitiva il passo,. quando dichiara « continge11ti >> gli accordi dei quali gli onorevoli Marzotto e Capua hanno avuto buon gioco a mostrare l'inevitabilità, data la esigua consistenza del gruppo parlamentare; e per il fatto stesso di inquadrarli in una strategia di opposizione che fa appello a tutti i gruppi della democrazia << dalla sinistra laica alle forze monarchiche>>, contestando abbastanza trasparentemente a queste ultime lo spicciolo commercio di voti con il Governo e le ricorrenti nostalgie corporative in economia. · ·. Si spieghino o meno la preclusio~e a destra con ragioni di orgoglio, di concorrenza e di ambizione, e quella verso il governo con il calcolo di continuare a logorare la forza e l'ascendente del gruppo degli ex-ministri ( « Resteremo intransigenten1ente all'opposizione finchè qualcuno_ non ci chiamerà al governo)), ha riassunto << Il Mondo)> la mozione finale) la risultante politica non è in ogni caso men chiara. Quello dei superstisti rea- . zionari, Montanara, che ha voluto risa_lirefino ai vizi di nascita e di struttura della Costituzione, an11unciando: « La prima Rept1bblica è fallita, dobbiamo guardare alla seconda >>, ha poi dovuto riconoscere di trovarsi isolato nel dibattito, e di non concordare affatto ·con una relazione che muo- [47] .Biblioteca Gino Bianco

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