Nord e Sud - anno VI - n. 50 - gennaio 1959

delle unità mobilitate avrebbe garantito che i'ufficio di polizia preventiva potesse essere esercitato prima che il terrorismo degenerasse in guerra. Forse il· governo contava sugli effetti psicologici. di una tale decisione e sperava che essa sarebbe servita a isolare fin dall'inizio gli insorti dal resto della popolazione: certo è, però, che si trattava di una sorta di corsa contro il tempo, impegnata in condizioni disperate. In secondo luogo la presenza di centocinquanta deputati comunisti in parlamento impediva che si costi.,. tuisse un governo di centro-sinistra, che avesse la forz~ di condurre a términe la sua politica: ad ogni momento l'estrema destra e l'estrema sinistra congiunte avrebbero potuto rimuovere gli uomini che stavano per aver successo ed aprire la crisi. La sinistra socialista, per poter imporre la solu"'.'. zione liberale del problema, era, perciò, costretta a venire a patti con gli elementi più moderati del centro-destra, e, dunque, doveva rallentare i tempi della sua politica. Ma proprio perchè la rapidità necessaria alla riuscita di questa politica stessa diventava impossibile, le cose in Algeria volgeva110al peggio e il terrorismo e la rivolta si mutavano in guerra, e la guerra, a sua volta, irrigidiva ancora di più i nazionalisti e insieme spostava a destra una parte di quell'opinione flt1ttuante e piu· moderata, che, come s'è detto, il governo sperava di attrarre a sostegno delle sue tesi. Il meccanismo della crisi si metteva così in movimento: affermare che a spezzare una tale spirale sarebbe stato sufficiente il passaggio dei socialisti ali' opposizione vuol dire farsi una pallida idea delle difficoltà effettive Hella situazione. E' probabile che l'abbandono della direzione della cosa pubblica nelle mani della destra nazionalistica avrebbe avuto il solo risultato di affrettare la crisi delle istituzioni e di privare i democratici dei' soli strumenti che potevano aiutare a limitarla o contrastarla. Dall'analisi che precede si può misurare quanto grave sia l'errore di coloro che additano la ragione principale della crisi di maggio nella mancanza di divisioni tra i partiti: << è un lu.ogo comune falsissimo - ha scritto per tutti Guido I)iovene - che il regime sia stato paralizzato dalle sue divisioni, che impedivano di for1nare una maggioranza stabile. Il vizio era piuttosto un eccesso di uniformità di fronte a tutte le questioni che çontano >>. La causa del male sarebbe, dunque, nel vizio d·ell'unani- , mità: di qui l'immobilismo dominante· nella vita politica, di qui l'atteggiarsi dell'arte di governo come un gioco· tra iniziati, di qui il rinvio come metodo di soluzione dei maggiori problemi, il mercant~ggiamento, tutto [35] ·Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==