costituzionale. Il dato più interessante e rivelatore dei risultati del referendum non .è tanto 1'80 % di si, ché induce molti a parlare di plebiscito, ma il comportamento delle regioni nelle quali la maggior parte dei dirigenti politici e di coloro che influenzano l'opinione pubblica era nettamente all'opposizione: poichè il fatto che anche in queste regioni la maggioranza dei voti favorevoli sia stata schiacciante e assai vicina alla media nazionale dimostra che si è trattato di un'autentica « ondata di fondo » pope>lare. Si può osservare che quello di sottoporre ad un referendum una costituzione è un procedimento tutt'altro che raccomandabile, poichè una costituzione, per essere Valutata, richiede molteplicità di conoscenze tecniche e storiche e scaltrita sensibilità politica; si può ragionevolmente dubitare che la :massima parte dei votanti avesse letta tutta intera la costituzione stessa; si può rilevare che la consultazione del 28 settembre è stata più un modo di dare a De Gaulle un'investitura popolare che la richiesta di un giudizio su una carta costituzionale; ma non si può dire che la metropoli non si sia potuta esprimere in libertà. La gravità della crisi che ha tormentato la Francia negli ultimi due anni e che è sboccata nelle giornate di maggio, la compattezza dei francesi nell'accettare una certa soluzione di tale crisi, non paiono autorizzare -le gravi deduzioni che si vorrebbero fare. V'è poi un altro punto su cui le analogie col '40 e con l'esperienza fa.. scista si dimostrano fuorviapti: ed è nel giudizio sul ceto ·dirigente della Quarta Repubblica, o almeno su quella parte di tale ceto che ha collaborato con De Gaulle dal maggio 1958 ad oggi. Anche qui l'affermazione che si tratti di traditori delle istituzioni repubblicane o di ottimisti, c.he s'illudevano di poter esercitare una certa influenza nelle decisioni fondamentali e che erano in realtà ostaggi nelle mani dei fascisti (come avveniva appunto in Italia tra il '23 e il '25), anche qui il giudizio tutto in bian- - co e nero appare troppo semplice e troppo semplicistico. Si è fatto il processo soprattutto ai socialisti e si è indicato il loro leader, Guy Mollet, come il principale responsabile; ma si è dimenticato che accanto a Mollet, nelle cruciali settimane di maggio, era J ules Moch, capo della sinistra fino alla vigilia, libertario e democratico intransigente; si è dimenticato che accanto a _Mollet si è schierato, in settembre, Deff erre, sindaco di Marsiglia e resistente, un protestante delle Cevennes, che con la fede aveva ereditato, nel sangue, la rude attitudine alla resistenza degli avi, la loro voca-zione alla libertà, provata nel martirio, nei lavori forzati e perfino nella guerra civile. ·[29] Biblioteca Gino Bianco
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