Nord e Sud - anno VI - n. 50 - gennaio 1959

da eseguire, alle scuole materne e d'obbligo del Mezzogiorno, non hanno avuto pratica applicazione. Nè poteva essere diversamente, trattandosi di disposizioni non tassative, che si prestavano ad interpretazioni elastiche e di comodo. Purtroppo, nello schema governativo si è seguito lo stesso criterio: nessuna tassativa disposizione basata su di un rigido criterio di gradualità in rapporto ai bisogni; si è rimasti ancora nel vago e ?el generico, proprio là dove occorreva essere precisi e circostanziati. Neanche qui si è avuto il coraggio di affrontare il problema alle radici, limitandosi a fare appena qualche timido passo avanti. Così, invece di un programma annuale, ne avremo uno biennale; con la novità che i programmi saranno stabiliti in conformità delle direttive fissate dal Comitato dei Ministri (che costituisce un"innovazione interessante). Resta la precedenza alle scuole costruite nelle aree depresse; e la ripartizione dei contributi sarà ancora regionale e sarà fatta in proporzione non soltanto « delle aule mancanti, ma anche delle aule da destinare a scuole di nuova istituzione, in modo da assicurare, oltre che l'eliminazione delle carenze, la integrale attuazione, anno per anno, del programma decennale di -svilt1ppodella scuola >>.Ma qui ci sia consentito di ricordare quanto abbiamo scritto in proposito su questa rivista (4 ), affermando tra l'altro che un piano della scuola deve tener conto non soltanto della situazione in atto, ma anche della dinamica di alcuni fenomeni: « vi sono aule che mancano oggi e ve 11esaranno altre che mancheranno in un futuro più o meno prossimo, quando certe situazioni matureranno>>. Queste situazioni erano individuate: nella eliminazione delle aule adattate; nei riflessi che sulla popolazione scolastica ha l'andamento demografico del nostro Paese; nelreliminazione dell"analfabetismo e dell'evasione dall'obbligo scolastico; nell"istituzione di nuove classi e riduzione delle classi plurìme. Fenomeni, questi, che si manifestano con un diverso comportamento nelle .varie regioni d'Italia e che nel Mezzogiorno aggraveranno le già gravi condizioni dell'edilizia scolastica. Ed anche alla stregua di queste situazioni abbiamo insistito sull'esigenza di graduare tutti i Comuni italiani secon4o il loro stato di necessità scolastica, e di creare un organo centrale che assicurasse la realizzazione del piano secondo criteri di giustizia distributiva. Con la nuova proposta di legge si è accettato il principio, ma non si è ( 4 ) Si veda Nord e Sud - N.ri 19, 22, 27, ed in particolare 29. [13] Biblioteca Gino Bianco

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