Nord e Sud - anno VI - n. 50 - gennaio 1959

Francia sarebbe subentrato l'imperialismo americano, sotto forma di sfruttamento del petrolio del Sahara e di sabotaggio alle posizioni mediterranee della Francia. · Non per nie11te il momento culmina11te dell'evoluzione in senso sciovinista dell'opinione pubblica si eqbe quando, dopo il bombardamento di Sakiet-Sidi-Yussef, intervennero i << buoni uffici>> anglo-americani e quando questi stavano per riuscire, la destra, che li aveva invocati, provocò la caduta del governo Gaillard. Fu quello il momento di massi1no disorientamento del PCF, che era, al tempo stesso, per l'indipendenza algerina, a favore di Burghiba e contro i buoni uffici angio-americani che, appunto, miravano (e vi riuscirono) ad evitare una soluzione di forza e la rioccupazione, per iniziativa del generale J ouhaud, che vi si era preparato, della Tunisia. Progressista a parole, la politica del PCF era reazionaria di fatto: quando i « buoni uffici >> furono sul punto di implicare l'impostazione di una soluzione politica al problema algerino ( e Gaillard non chiedeva di meglio) i comunisti si scagliarono contro gli an1ericani accusandoli di intromissione negli affari francesi e rendendo il governo responsabile della abdicazione della Francia dinanzi al preteso imperialis1no america110. Erano identici, fino alle parole, gli argomenti dell'estrema destra che, però, aveva almen<? il merito della coerenza. _Inquei giorni, un'incl1iesta da noi svolta interrogando 110 persone di ogni ceto e di quattro quartieri diversi di Parigi ci rivelò che 106 persone approvavano il bombardamento di Sakiet per la ragione preminente che era stato àeciso ed effettuato dall'esercito. Gli operai comunisti, come tutti gli altri cittadini, avevano già abdicato ad ogni posizione politica e, respingendo le incoerenze dei partiti, rendendosi conto che le contraddizioni del PCF erano dovute alla necessità di obbedire alle esigenze strategiche generali di Mosca, riconoscevano una sola forza, una sola entità ancora valida, quella delresercito; e vi si affidavano. Sul piano politico il « punto critico >>dei rapporti tra lo stato maggiore del PCF e i milita11ti specialmente operai stava nel fatto che la strategi~ thoreziana. mirava a f?re delle masse operaie un corpo separato ed estraneo al resto della nazione, mentre la tattica del partito e le sue contraddizioni spingevano le masse operaie a fondersi col resto della nazione e a condividere i sentimenti e le reazioni generali. Al di fuori di qualche [121] Biblioteca Gino Bianco

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