Nord e Sud - anno VI - n. 50 - gennaio 1959

Servin; al contrario, sono i ceti operai meglio pagati che hanno ceduto e che, non soltanto dal 28 settembre, rivelano una chiara tendenza a svinco.: larsi dal controllo del partito. La stessa storia del sindacalismo comunista negli ultimi anni lo conferrr1a. Dal '53 in poi la massa di manovra della CGT si è progressivamente ridotta fino a rendere il sindacato estremista praticamente incapace di assumere l'iniziativa e costringe11dolo a porsi al rimorchio degli altri sindacati; ogni rivendicazione economica trovava in prima linea gli operai più umili, ogni movimento di protesta politica non riusciva a mobilitare che le masse degli impiegati proletarizzati, dei manovali e, soprattutto, se non essenzialmente, dei « nuovi arrivati >> nell'ambiente industriale, di coloro, cioè, che in un numero variante dai cinquantamila ai centomila all'anno vengono a Parigi dalle campagne che si spopolano e portano nel sindacato comunista la cieca obbedienza e il fanatismo irriducibile dei convertiti. Il fenomeno era stato denunciato in termini espliciti, sia pure sotto forma di autocritica, nel congresso del PCF' del '54, da Benoit Frachon; il suo intervento, in diretta polemica con Thorez, fu così allarmato che la Humanité non lo pt1bblicò. Frachon previde allora il progressivo e rapido declino della CGT e lo at~ribuì a due cause principali: alla mancata unità sindacale (tema, questo, d'obbligo per i comunisti francesi) e, soprattutto, alla schiacciante preminenza del partito, delle ragioni politiche del partito, dell'opportunismo del partito sulle esigenze del sindacato. F'ranchon lan1entava, ad esempio, che riel Nord il partito, incapace di affermarsi in virtù del proprio programma e della propria condotta politica, si sostituiva al sindacato facendo delle sezioni del PCF i veri centri delle agitazioni rivendicative: e il risultato era, nel '56, che un terzo degli operai iscritti al partito non erano iscritti all~ CGT. Ques t' an1missione era gravissima; gli iscritti al PCF, infatti, erano soltanto 504.250 nel maggio del '54, mentre la CGT poteva vantare più di due milioni di aderent_i. La stragrande maggioranza dei sindacati dipendenti dalla CGT non era, e naturalmente ancora non è, comunista; essa è tendenzialmente intollerante delle intromissioni del partito nel sindacato. È questa la ragione per la quale gli scioperi proclamati per rivendicazioni immediate e concrete di carattere economico possono riuscire quando vi partecipano gli altri sindacali, falliscono immancabilmente quando servono agli obiettivi del PCF: fallite le agitazioni contro il Patto Atlantico nonostante qualcl1e episodio clamoroso, fallite le [115] · Biblioteca Gino Bianco

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