Nord e Sud - anno V - n. 49 - dicembre 1958

Nonostante la mancanza di altri dati più particolareggiati sul movimento migratorio meridionale, _e nonostante la limitazione al solo anno· 1955 di alcuni dati di fondamentale importanza, crediamo tuttavia che le principali caratteristiche delle migrazioni meridionali risultino egualmente chiare dall'analisi fatta nelle pagine precedenti. Un primo importantissimo dato è costituito dal fatto che le migrazioni che si svolgono all'interno dell'area meridionale sono piccola cosa rispetto a quelle che avvengono all'interno di altre aree del paese. Anche se rispetto al complesso del movimento meridionale, comprendendo in esso anche gli iscritti e cancellati da e per l'estero, nel 1955 il movimento intermeridionale ha rappresentato 1'82,26 % di tutti gli iscritti nel Meridione e il 63,64 % di tutti i cancellati da esso; resta sempre il fatto che in cifra assoluta il movimento intermeridionale interessa non più di 183.261 persone· (astraendo dalla possibilità che alcune fra queste abbiano potuto trasferirsi più di una volta nel corso dello stesso anno); che di queste 183.261 persone ben 121.271 si sop.o mosse soltanto nell'ambito (Jella stessa provincia; che altre 37.968 di esse si sono spostate solo nell'ambito di una stessa regione; e che perciò solo 24.022 persone si sono trasferite da regione a regione dello stesso Meridione. Un secondo importante dato è costituito dal fatto che gli sbocçhi meridionali di questo esiguo movimento son limitati a poche provincie (non più di ci1:1queo sei su venti), per lo più in posizione geografica periferica, perchè dislocate prevalentemente lungo le marine. In tal modo l'enorme maggioranza della superficie meridionale si qualifica come zona di espulsione non solo nei riguardi di aree extra-meridionali, ma nei riguardi dello stesso Meridione. Le ragioni dei due fatti sopra rilevati non possono essere altre che quelle originate dall'esistenza· di una struttura economica del Meridione dotata di scarse capacità di stimolo nei riguardi del movimento delle persone per la sua rigidità e la sua arcaicità. In sostanza i dati del sessennio che noi abbiamo analizzato attestano nella maniera più chiara non solo la sussistenza, ma anche lo sviluppo di un forte movimento di esodo dalle regioni meridionali. Che si tratti di un movimento che si può definire di esodo rurale è chiaramente comprovato dal fatto che - nella misura &n cui esso si svolge all'interno della stessa area meridionale - esso viene in parte assorbito dai capoluoghi di provincia del Meridione. Questi non [92] Biblioteca Gino Bianco ' .

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