Nord e Sud - anno V - n. 49 - dicembre 1958

-Editoriale Ci sono molte ragioni per temere che la politica europeistica sia entrata in una fase involutiva, che le vecchie divinità dell'Europa dell' entre deux guerres stiano per riacquistare tutto il loro credito. E tuttavia, il fatto che, ad onta delle divergenze particolari e tradizionali tra Francia e Germania o tra Francia e Italia, sia prevalso un riflesso comune di difesa innanzi al tentativo inglese di rendere praticamente inoperante il MEC, prova che il processo d'integrazione non è solo un fatto economico, ma comincia ad esisterecome dato permanente della coscienza politica in Europa. È pertanto doloroso che proprio in questo momento il nostro Ministero degli Esteri abbia creato un'inutile e gratuita frizione con la Francia e abbia ingenerato una atmosfera di sospetto su tutta la politica estera italiana. L'ampiezza dell'ultimo movimento diplomatico e il modo con cui esso è stato ideato e condottoi • a termine hanno dato luogo alle difficoltà che si sono dette: ma sarebbe erroneo dimenticare che i sospetti sono potuti nascere perchè prima del 'colpo di stato' a Palazzo Chigi v'erano stati altri fatti e molti discorsi che, appunto, avevano fatto temere chissà quali mutamenti negN orientamenti del nostro paese. È probabile che l'on. Fanfani non avess~ affatto l'intenzione di suscitare ,:z vespaio che ha suscitato, tanto più che l'atteggiamento a Parigi, in sede di discussione dell'area di libero scambio, de! Ministro del Commercio con l'Estero, è stato di un europeismo esemplare: ma in politica, a volte, le azioni contano per sè, fuori delle intenzioni di coloro che le compiono; e l'intelligenza del politico sta appunto nel valutare tutte le conseguenze possibili. Il movimento diplomatico di novembre preoccupa, in primo luogo) coloro che sono solleciti di una buona amministrazione della cosa pubblica. Nessuno negherà mai il diritto ad un ministro in carica di scegliere · [3] Biblioteca Gino • 1anco ,

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