/ direttamente dal giornalismo, e un 'equivoco che dura tuttora mantiene fra i due generi quei rapporti di ruggine per cui un giornalista considera sempre con disprezzo lo scrittore e altrettanto fa questi del giornalista. Senza. dire che anche nei quotidiani dilaga ormai la moda ·del giornalismo a rotocalco (a pensarci, la classica frase d'inizio da articolo di rotocalco: il giorno 15 settembre il signor Alberto Rossi usci dall'ufficio alle 17... è l'equivalente, alla resa d'un giudizio, o d'una tecnica, della frase: Arrivai a B *** dopo una giornata di viaggio ...), sicché assistiamo al progressivo, costante decadimento della terza pagina, occupata oggi dal resoconto st!enografico d'un processo scandalistico, dall'intervista alla diva di turno, dalla cronaca d'una trasmissione televisiva, dalla elezione di una miss: e la critica letteraria, per citare un solo esempio, è sempre più ristretta (il quotidiano americano New York Times pubblica ogni giorno la recensione d'un libro nuovo), e d'un volume anche notevole se non parlano due o tre critici, i quali magari non ne parlano solo perché l'autore è fuori del loro giro, nessuno scrive. (Ma questo è un altro discorso). Si è tentato poi anche da noi il giornale di sola informazione, sul modello di certa stampa anglosassone e francese; e con il solito provincialismo nostrano che applica in ritardo le mode altrui, si è fatto il giornale di notizie quando la televisione in aggiunta alla radio diffonde a milioni di utenti le notizie più immediate e ·fresche. In conclusione, a sfogliare la maggioranza dei nostri quotidiani vien fuori .il ritratto d'un paese sempre più s·ordo e indifferente ai fatti della cultura e più avido di avvenimenti grossolani, nel quale la figura dello scrittore, tollerato quando non schernito da direttori e redattori, rischia di diventare quella d'un sopravvissuto. - Eppure che cosa rappresenti per uno scrittore la collaborazione ad un giornale s'è capito: è uno dei famosi cc secondo mestiere », e anzi il più connaturale alla sua condizione, che gli permette di sostituire le entrate di quei tali diritti d'autore che il libro, per come è strutturata anche menta!- · mente la nostra società, ancora non gli congente di assicurarsi. E si tratta - ci preme aggiungere e sottolineare - d'un secondo mestiere che svolto con quella dignità e quella libertà che si auspica di veder ripristinate, non soltanto risolverebbe un problema personale ma, quel che maggiormente conta, un problema collettivo di formazione: giacché proprio attraverso la stampa lo scrittore può più 1efficacemente d'ogni ~ltro svolgere un'azione di orientamento e di commento ai fatti del giorno, concorrendo con un lavoro all'apparenza fiancheggiatore ad un'opera di miglioramento del generale livello di cultura: un'opera, in ultima analisì, risanatrice e moralizzatrice. MICHELE PRISCO [43] Biblioteca Gino Bianco
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