Nord e Sud - anno V - n. 49 - dicembre 1958

Il congresso di Napoli, agitando problemi di carattere pratico che sono apparsi avvertiti dalla totalità dei congressisti (i partecipanti appartenevano a diciotto nazioni europee), ha inteso risvegliare nello scrittore il senso della sua dignità e al tempo stesso gli ha indicato alcuni suggerimenti per risolvere un migliore inserimento nella vita moderna. Perciò molti interventi hanno puntato soprattutto sui mezzi di diffusione antichi e nuovi attraverso i quali un artista mantiene un contatto col pubblico e si assicura la propria sopravvivenza economica, come problemi da affrontare e possibilmente risolvere, in seno alla Comunità, per salvaguardare non diremo la funzione dello scrittore ma addirittura la sua esistenza « in un mondo sempre più popolato, e dominato quasi esclusivamente dalla tecnica ». È stato detto, da uno dei congressisti italiani, che uno scrittore, se veramente tale, nulla può temere in quanto ha sempre occasione di lavoro, sia dai giornali sia dal cinema o dalla radio sia dagli uffici stampa delle grandi aziende, e non gli resta che l'imbarazzo della scelta: e l'affermazione è sembrata a molti non tanto esibizionistica quanto estremamente personale: la testimonianza d'un'eccezione che, appunto perché tale, conferma la triste e generale regola delle difficoltà in cui si dibatte lo scrittore e nel procacciarsi tali collaborazioni e nel tentativo di far coincidere la propria offerta con la richiesta. D'altronde lo stesso congressista che tracciava inj'zialmente un quadro tanto sorridente della vita d'u110 scrittore, poco più avanti ha contraddetto se stesso quando ha fatto con fine intelligenza il ritratto di certi direttori di giornali e di rotocalchi o di certi produttori cinematografici, che son la quasi totalità. Divettori (occupiamoci ora della stampa) che sono stati inizialmente anche loro dei letterati, con velleità, meglio: con ambizioni, subito sopite appena la vita ha richiesto la contropartita di determinati compro- . messi. Il congressista ha additato nella moglie bella ed esigente, in ogni caso nella famiglia, i motivi di quelle rese: ma diciamo con più franchezza il termine che si celava dietro quelle amabili frasi: fallimento. Ché tale era, in ultima analisi, il senso di quelle parole. E non dobbiamo avere paura delle parole, se vogliamo guardare in faccia la realtà d·elle cose. Molti di, quei direttori di giornali o di settimanali • a· rotocalco a grossa tiratura sono degli scrittori falliti: se sono stati afferrati dalla macina del giornalismo (e come giornalisti, d'altro canto, si sono rivelati ottimi elementi) è stato proprio perché a un certo punto esaurita dentro di sé ogni carica non avevano più nulla da dire. Diciamo anche, a loro giustificazione, che quasi tutti appartenevano alla covata della prosa d'arte, s'erano rivelati in quel clima calligrafico, di memoria e di « complesso del non110 », come fu definita certa letteratura di ricordi provinciali e ·d'infanzia allignata negli ultimi anni del regime, che la guerra •e il neorealismo poi dovevano inesorabilmen'te frantumare. Alla resa dei conti, il neorealismo s'è rivelato [41] Biblioteca Gino Bianco

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