Nord e Sud - anno V - n. 49 - dicembre 1958

ditato. Nel senso, vogliamo dire, che ci sarebbe piaciuto vedere quale contributo alla soluzione dell'increscioso episodio avrebbe apportato la Comunità - la mozione è stata approvata anche dai cinque scrittori sovietici presenti al congresso - qualora il previsto statuto (da redigere nei prossin1i quattro· mesi) fosse stato già discusso e approvato, in altre parole, qualora la Comunità fosse già divenuta una realtà operante anche sul piano pratico. E tuttavia il· caso Pasternak è stata dolorosa e involontaria riprova di come sia sacrosanto quel « diritto all'intesa » auspicato da Angioletti, sino a smorzare i sorrisi di sufficienza degli immancabili scettici sulla opportunità d'una simile organizzazione, mostrando anche a questi la necessità addirittura vitale d'una difesa degli scrittori, se non si vuol rischiare di restare sopraffatti dalla crescente sordità esterna. E che questa sordità sia politica o estetica~ nasca dall'ignoranza o dal decadimento, poco importa: ma una cosa è certa: oggi lo scrittore, quello scrittore-tipo del quale lo spagnolo Munoz Alonso rivendicava con generosa irruenza una perenne condizione di « pericolosità », è al contrario perfettamente inerme e indifeso, •e lo stesso caso Pasternak c'illumina tristemente su una situazione di fatto: ci son voluti la risonanza politica e il giuoco dei risentimenti di partito perché d'un poeta i giornali . s'occupassero sino a concedergli vistosi titoli di pagina. Se non intuissimo la sofferenza che allo scrittore sovietico dev'essere derivata da tutto il chiasso del premio Nobel, vorremmo dire con uria facile battuta che siano benvenute anche le sollecitazioni esterne, siano benvenuti anche gli scandali, se aiutano a far conoscere uno scrittore al pubblico e a fargli vendere più cop.ie di libri; 1na al tempo stesso riconosciamo ch'è una società fatta male quella che deve ricevere una scossa tanto violenta per accostarsi ad uno scrittore (e poi sino a qual punto il nutrimento offerto da quello scrittore nelle sue opere potrà alla lettura soffocare gli echi di quegli stimoli esteriori?). È probabile che quando questi appunti saranno stati stampati il caso Pasternak non occupi più l'opinione pubblica volta di nuovo ai suoi abituali interessi: telequiz e cronache sportive, e così la qualifica di scrittore, esaurita la curiosità per quell'alone di martirio che a un certo momento 1e vicende dello scrittore russo le avevano conferito, si ridimensionerà nella sua anonima accezione di visionario o perditempo, una sorta di surplus come in fondo la società sembra classificarlo non senza nascondere quella punta di condiscendente sufficienza che ne accompagna la definizione. Un uomo, anche, abitualmente e amabilmente racchiuso nella propria << torre d'avorio »: che se, per la verità, un tempo indicava un atteggiamento piuttosto che un dato di fatto•, nel senso che s'avvertivano nell'artista il disdegno dei problemi del proprio tempo, la compiacenza volontaristica della propria aristocratica solitudine e quasi la voluttà d'appartenere ad una élite~ oggi invece rappresenta una specie di confino cui l'artista è condannato per la sordità della società che gli sta intorno. r4oJ Biblioteca Gino Bianco

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