sificatori, romanzieri, ecc. una parte almeno di cinquanta e più milioni annui: la parte, cioè, della quale, a suo dire, Antonio Feltrinelli avrebbe lasciato l'amministrazione precisamente a versificatori, romanzieri, ecc.? 7. Perchè non ha detto, invece, conforme verità, che quei milioni furon lasciati dal Feltrinelli alla defunta Accademia d'Italia, a cui è successa, ope legis, quella dei Lincei, perche destinasse la somma a premi da conferire periodicamente non già soltanto ai maggiori cultori di « lettere » - parola, che, nell'uso corrente, designa, oltre gli' scrittori d'invenzione, anche gli altri tutti rientranti nel campo sterminato della letteratura - ma altresi ai maggiori cultori di scienze morali, di scienze storiche, di scienze fisiche, di scienze naturali, di scienze matematiche e di medicina? 8. Perchè s'è dato a desiderare anche lui - desiderio giuridicamente inappagabile, come quello che violerebbe troppo apertamente lettera e spirito d'un testamento - che l'amministrazione di quei milioni venga sottratta ai Lincei e affidata a un sindacato di scrittori, cioè, nella sua mente, di versificatori, romanzieri, ecc., i quali, per tal modo, diverrebbero giudici di lavori rientranti nelle « lettere » in genere, quindi anche nella filologia, nella linguistica e nella storia letteraria non solo dell'Italia contemporanea ma di tutte le nazioni e di tutti i tempi? FAUSTO NICOLINI Gli scrittori e i giornali Il congresso internazionale degli scrittori svoltosi a Napoli dal 18 al 21 ottobre scorso per iniziativa del nostro Sindacato Nazionale Scrittori si è articolato sulle tre relazioni-base: di G. B. Angioletti (Per un'unione degli scrittori europei: era quella che conferiva al congresso la sua importanza e la sua fisionomia, ma ci è parso cl1e gli interventi che l'hanno seguita siano stati piuttosto generici ed elusivi, anche se quello dello spagnolo Munoz Alonso aveva una sua veemente carica); di Filippo Pasquera (Il libro e i problemi professionali degli scrittori); di Goffredo Bellonci (I diversi mezzi per attuare l'unione europea degli scrittori): e su queste due l'interesse dei congressisti si è acceso con discussioni e proposte concrete dimostrando una volta tanto come anche gli scrittori possano discutere problemi « di categoria » al di là di quel naturale e inevitabile stato di isolamento che condiziona la nascita dei buoni libri. La mozione approvata in chiusura ha quindi concluso il primo atto di nascita della Comunità Europea degli Scrittori: e forse il caso Pasternak, clamorosamente « scoppiato » solo una settimana dopo i lavori del congresso, è sembrato per un'ironia delle circosta·nze troppo prematura e quasi preme- [39] .Biblioteca Gino Bianco
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