Nord e Sud - anno V - n. 49 - dicembre 1958

« ministrati dall'Accademia dei Lincei, che nel suo seno non vuole una classe cc di lettere; e così ogni due o tre anni vengono distribuiti a scrittori italiani « e stranieri una cinquantina di milioni, bene o male, non importa, senza che « gli scrittori, privi, poverini, di facoltà critiche, e " pazzarielli '', possano « metterci bocca ». Con queste. parole Giuseppe Ungaretti ha reputato non inopportuno portare innanzi nientemeno che alle più centinaia di scrittori internazionali radunati a congresso una bega, che soltanto l'ostinata mancanza di senso critico, di senso giuridico e segnatamente di gusto, aveva fatta protrarre per mesi in questa nostra improvincialita e quasi rinfanciullita Italia. Dopo di che, egli non si potrà dolere se, non già dinanzi a un consesso di lavoratori della pe11na di tutto il mondo, ma dalle pagine di questa nostra rivista, gli vengan rivolte le domande suggerite dalle cose stesse, non fondate, non pere- - grine e tanto meno eleganti, che s'è lasciate uscir di bocca. I. Come mai non gli è venuto in mente che l'aver parlato con tanta non solo veemenza, ma addirittura stizza, poteva far pensare, come ha fatto pensare, ch'egli avesse una questione personale contro l'Accademia dei Lincei? 2. Peréhè ha volontariamente o, sia pure, involontariamente ingenerato un grosso equivoco col parlare genericamente di « scrittori » : parola che, nella sua indeterminatezza, designa tutti coloro la cui attività preponderante -- consista nello scrivere per la stampa, quindi anche filosofi, storici, giuristi, scienziati, ecc., i quali non mancavano al certo tra i congressisti, così come non mancano tra i Lincei? S. Perchè, invece, non ha specificato, come volevano verità e corret .. tezza polemica, che anche i Lincei, giusta una prassi comur1e alle maggiori accademie scientifiche europee (Institut de France, Accademia delle Scie11ze di Berlino, Società Reale di Londra, ecc.), non potevano, senza snaturarsi, ammettere nel loro seno anche quelli, tra gli scrittori, che, sia pur grandi e magari grandissimi, abbiano al loro attivo esclusivamente « scritti d'invenzione », cioè versi, romanzi, novelle, commedie e via enumerando? 4. Perchè ha taciuto che nei ,Lincei una particolare categoria di soci, comprendente uomini che onorano altamente gli studi italiani, è riservata ai critici della poesia e delle arti? 5. Perchè s'è fatto anche lui paladino dello sproposito massiccio che giudicare opere letterarie, cioè esercitare la critica letteraria, sia competenza non già dei critici letterari, bensì dei versificatori, romanzieri, novellieri e via enumerando?, non già, che so io? d'un Addison, d'un Vico, d'un Baretti, d'un De Sanctis, d'un Sainte-Beuve, d'un Croce, ma, poniamo, d'un Pietro . Paolo Parzanese? · . 6. Perchè ha osato accusare i Lincei d'aver quasi sgraffignato a ver- [38] Biblioteca Gino Bianco

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