Nord e Sud - anno V - n. 49 - dicembre 1958

o nelle combinazioni alla Milazzo. I recenti casi di Sicilia in questo senso devono essere interpretati, e riproposti poi ai congressi della D.C. e del P.S.I. Bene ha fatto quindi l'on. Sullo a porre fin da ora il problema di magg~o-. ranze democristiano-socialiste nelle amministrazioni locali, provinciali e comunali. La proposta dell'on. Sullo è stata respinta, o quasi, si dirà; è vero, ma essa ha avuto un valore di sondaggio molto importante: come sarebbe stata accolta infatti una tale proposta dal Vaticano quando governavano, i Gedda, i Pacelli, i Galeazzi Lisi? Giustamente ha notato Enzo Forcella che per la prima volta dal 1947 « L'Osservatore Romano nel suo commento ai lavori del Consiglio nazionale democristiano non ha condannato la proposta Sullo di costituire giunte amministrative con i socialisti » (La Stampa, 21 nov. 1958). E questo ci sembra il fatto politico più importante degli ultimi mesi, se non altro perchè fa intravedere una possibilità di sbloccare finalmente sia la situazione dello schieramento cattolico, sia la situazione dello schieramento laico e socialista. N.d.R. I premi dei Lincei Avendo avuto occasione di raccogliere, qui a Napoli, l'eco di commenti - non sempre accettabili - che è stata suscitata nel mondo degli scrittori da un discorso del poeta Ungaretti che chiamava in causa l'Accademia dei Lincei e sembrava auspicare nuovamente Fis~ituzione di una « somma rappresentanza de-lle lettere », un'accademia d'Italia come l'Accademia di Francia, abbiamo pregato Fausto Nicolini di esprimere sulla questione il suo punto di vista, che sapevamo concordare appieno con quello della nostra rivista. (Nd.R.) « Gli scrittori accademici di Francia occupano un rango pari a quello « dei Marescialli di Francia. Personalmente mi auguro che in una epoca non « molto lontana, la pace renda il titolo di Maresciallo solo un ricordo di « tempi barbari. Da noi in Italia come somma rappresentanza delle lettere « non esiste nulla, e non sarebbe grave se questa inesistenza non fosse accom- « pagnata dalla convinzione della perfetta inettitudine dello scrittore a giudi- « care persino delle cose del suo mestiere. Lo scrittore sarebbe un minorato. « Per esempio in Italia un signore ha lasciato immensi beni, i cui frutti in « parte avrebbero dovuto essere amministrati e distribuiti dagli scrittori. Mi « perdoni Arangio Ruiz, che è contemporaneamente Presidente di questo « congresso degli scrittori e Presidente dei Lincei, se metto a nudo una verità « viva, non sua ma degli scrittori. Ebbene quei beni degli scrittori sono am• [37] Biblioteca Gino Bianco

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