Nord e Sud - anno V - n. 49 - dicembre 1958

singhe « borghesi », d·aile suggestioni riformiste, dal richiamo, cioè, delle concrete responsabilità che possono essere anche responsabilità di governo. Lo sforzo di revisione critica e di convergenza del PSI sulle posizioni democratiche quindi, non è solo ostacolato dal massimalista Basso, che non vuole (non diversamente dagli Andreotti e dai Gedda) l'apertura a sinistra, con.fidando ·nella possibilità di un risultato elettorale rivoluzionario dopo un periodo lungo di opposizione implacabile, ma anche dai massimalisti «laici» dell' « alternativa». Se questi ultimi - che si onorano di un coerente passato antifascista e anticomunista, e non sono sospettabili, lo ripetiamo, nè di sirnpatie frontiste, nè di poter essere attratti nel giro di combinazioni qualunquiste - fassero meno inclini alla predicazione moralistica e più partecipi del dialogo politico, della dialettica delle forze politiche e sociali nel nostro paese, potrebbero infatti agevolmente ammettere che, come non è possibile un'« alternativa >>a ragionevole scadenza, senza i comunisti, così, d'altra parte, la prospettiva più o meno astratta dell' << alternativa >>f.ra cinque, dieci o venti anni comporta un costo piut- · tosto alto da pagare: anzitutto sguarnire le posizioni della difesa democratica e allinearsi tra gli alleati, sia pure indiretti, degli Andreotti e dei Gedda, i quali le loro battaglie le ingaggiano pei: conseguire obiettivi che si pongono a breve scadenza; in secondo luogo, dirottare, verso mete incerte e lontane, l'attuale impegno di Nenni e dei suoi amici per liberare il PSI dalla pressione dei comunisti, invece di far valere un tale impegno ai fini di un immediato, realistico programma po~itico. Quando, infatti, si dice che << la parola è ai socialisti>>,se si vuole dare un'effettiva, operante portata pulitica a tale affermazione, non si può prescindere dall'esigenza che faceva valere Leopoldo Piccardi sul Mondo nel mese di novembre: << Se i _socialistinon vogliono mancare ~ll'appel!o, occorre che essi compiano senza ritardi quel trasferimento di cui parlavo, dal piano rivoluzionario o pseudo-rivoluzionario dell'agitazione e della predicazione, sul piano 'del realismo governativo». In realtà diversi sono - necessariamente - gli atteggiamenti di chi non ha legami, oltre che di generico interesse, cori le situazioni, i problemi, le concrete aspirazioni dei corpi po:itici e sociali, e l'atteggiamento di coloro, invece, che di tali cose devono tenere conto: i gruppi, le correnti politiche, declinanti ed impicciolite, che siano, non pos- . sono permettersi il lusso dell'attesa avveniristica e della predicazione il- [26] Biblioteca Gino Bianco -

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