Nord e Sud - anno V - n. 49 - dicembre 1958

Coloro che 'se ne fanno sostenitori hanno mille ragioni dalla loro parte; possono appellarsi, tra l'altro, agli esempi di malgoverno che il partito di maggioranza ha fornito negli anni scorsi, all'ambiguità dello schieramento cattolico, alla pesante ipoteca che forze padronali e interessi conservatori, complici le correnti più retrive della maggioranza, ha11nopotuto accendere su tutti i settori della vita pub1 blica e dell'economia, mortificando le aspirazioni democratiche del paese e in molti casi arrestandone lo sviluppo. Ma, ciò fatto, essi non possono legittimamente - come ha giustamente notato , Luigi Salvatorelli - dedurre che il nostro paese è avviato alla perdizione comunista e clerico-fascista. Se è vero, come a noi sembra e come è difficile a chiunque contestare, che le istituzioni della Repubblica hanno resistito e resistono ancora alla sovversione antidemocratica, e che ci troviamo di fronte ad una situazione in cui non sembrano compromesse le possibilità di sviluppo democratico, è evidente che per dovere di onestà politica ed intellettuale non può disconoscersi la positività della politica di solidarietà democratica che ha visto_impegnati in prima linea, almeno fino al 1953, proprip i maggiori e più responsabili e qualificati esponenti _di quegli ambienti di centro-sinistra tra cui la formula dell' « alternativa >> incontra oggi così entusiastici suffragi. Alle coalizioni damocratiche, infatti - che si resero necessarie in seguito alla crisi dei rapporti internazionali nell'immediato dopoguerra, e alla defezione -del socialismo italiano che disertò il campo democratico per quello stalinista - vanno riconosciuti taluni meriti di non secondaria importanza, da esse acquisiti prima che De Micheli, subentrando a Costa, e Malagodi, subentrando a Villabruna, ne determinassero la crisi: 1) avere assicurato al paese la difesa dall'ondata frontista nel 1948 e dalla risacca fascista del 1952-1953 (è un merito, questo, che noi possiamo apprezzare meglio di altri perchè, sia nel 1948 che nel 1953, è nel Mezzogiorno che la linea ultima di difesa della democrazia si è trovata più esposta al pericolo di rimanere sommersa); 2) avere impostato una politica estera (europeismo) e una politica economica (dalla Cassa del Mezzogiorno al Piano di sviluppo dell'occupazione e del reddito) alla cui origine c'era più il Partito Repubblicano (Sforza e La Malfa) che non la Democrazia Cristiana (fatta salva, naturalmente, la parte che va riconosciuta a De Gasperi e Vanoni). La domanda principale cui si deve rispondere se si vuole che la for- (22J Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==