.. Ardore, han colpito la sua immaginazione più che le avventure africane di Crispi o le scorribande delle squadracce fasciste?· Perchè il suo mondo morale di uomo onesto ma limitato è chiuso alle vicende che hanno sconvolto la vita del paese ed egli ne ha avvertito, se mai, le conseguenze nei limiti· del suo ambiente;, ed ha colto con efficacia il falso patriottismo e l' insaziabile ingordigia della piccola borghesia post-unitaria, la superstizione ed il servilismo del popolo, la sostanziale immoralità mascherata di farisaica rispettabilità dei notabili di provincia. Questa giustapposizione di fatti e di nomi, alcuni dei quali non hanno per il lettore alcun significato, perchè legati unicamente all'esperienza paesana del vecchio, può ingenerare un senso di fastidio; ma è innegabile che da questo procedimento è proprio la figura del maresciallo ad acquistare rilievo poetico: << carattere >> tra i << Caratteri >> ma assai più scavato, assai più ricco di chiaroscuri e di suggestioni,· con quel fascino particolare del sopravissuto che non intende più la vita d'oggi e della vita di ieri, della quale siamo con l'autore così vivamente curiosi, non può darci più che una immagine parziale, confusa,, frammentaria. << Quello che sanno i vecchi, lo sanno forse solo i bambini » scrive ad un certo punto La Cava: il mistero di una vita che si spegne e quello di una esistenza che si affaccia al mondo. Misteriose ed indecifrabili, a volte, le parole del vecchio thatesciallo, arcane e stupefatte quelle di Antonuzza, la contadinella che i genitori di Mario hanno allevato in casa loro come una figlia; i colloqui di Antonuzza con le cose sono, a volte, di una frescrezza meravigliosa. (I << Colloqui con Antonuzza » aprono e completano il nuovo libro di La Cava). La bambina parla dei Santi e dei Morti e spesso ripete frasi ascoltate sulla bocca dei grandi, spesso chiude in straordinarie immagini le sue prime intuizioni e riflessioni: << I Santi non hanno figli, non hanno madre: hanno verginelle >> oppure: · << I morti furono sempre morti ». Perchè Antonuzza non può ancora intendere cosa sia la morte: ella è felice con la sua bambola alla quale parla e parla o canta una nenia dialettale: << bambola mia, bambola mia - se muore moglierema mi sposo a tia ». Poi lascerà la bambola, per i suoi nuovi compagni di gioco: Roccuzzo e Mariannina, i figli di Mario, ai quali ella vuol fare da saggia mammina, guidandoli e consigliandoli, con una precoce serietà nello sguardo e nelle parole. Infine Antonuzza prova il primo grande dolore per la morte del compare che le era stato maestro ed amico: per la prima volta la bimba si accorge che << i morti non furono sempre morti » ma che anche le persone che si muovono intorno a noi, le persone che amiamo e che ci amano si addormentano per sempre. << Ed ora chi mi aiuterà a fare i compiti? >> L'infanzia felice di Antonuzza è finita. ANTONIO MARANDO Dir.· Resp. 1 F. Compagna • Segr. Redu. s R. Cappa • Stampai Arehetipogra&a di Milano S.p.a. • Viale Umbria, S4 I • Spedialone In abbonamento postale, Gruppo W • Pahhlieazione autorizzata • Prinied In ltaly • Tatti I dJrtti di proprietà letteraria ed artistlea rlaenad • I ~_manoseritti anche ae non pahhUcad non n reatltalaeoao• Biblioteca Gino Bianco •
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==