Nord e Sud - anno V - n. 49 - dicembre 1958

valori politici la realizzazione dell'unità nazionale. Una prova ancora di quanto fosse duttile e suscettibile di imprevedute trasf ormazioni l'ideologia di Treitschke si può vedere nelle ragioni che egli diede per l'annessione dell'Alsazia e della Lorena. In queso caso non si poteva ricorrere a nessuna delle argomentazioni cui Treitschke aveva fatto ricorso precedentemente (ad esempio allorchè sostenne l'annessione dello Scleswig): qui non v'era possibilità di plebisciti, nè una minoranza da tutelare, nè un'aristocrazia fedele allo spirito tedesco da difendere o da riportare .in posizione dominante. Lo scrittore, tuttavia, non esitò a mettere da parte le sue più intime convinzioni per riprendere il vecchio concetto romantico del Volksgeist e del popolo germanico co~e una forza primigenia, restata inalterata attraverso i secoli; e giunse fino a fondare la sua asserzione del carattere tipicamente tedesco dell'Alsazia sul fatto che i contadini alsaziani avevano ritenuto la loro vecchia lingua germanica (nel 1865, però, aveva notato che questi contadini se parlavano un dialetto germani~o non comprendevano la lingua tedesca ma quella francese) e che erano ancora legati ad antichi costumi germanici. Affermazioni veramente stupefacenti da parte di colui che aveva sempre sostenuto, e che sosterrà di nuovo più tardi, che il carattere di un popolo è determinato non da un mitico spirito popolare ma dal costume morale e materiale delle classi più elevate. 11 ricorso all'ideologia del Volksgeist era ancora una volta un modo di giustificare a . . . . . . posteriori, con ragioru 1n apparenza universali, una decisione politica eh'egli aveva già presa: che si dovessero annettere le provincie in questione per completare la costruzione imperiale e per soddisfare insieme alle esigenze strategiche_ che Moltke faceva valere. . Pure sbaglierebbe chi credesse che Treitschke era un pubblicista pronto ·ad abbracciare qualsivoglia ragione per far trionfare il suo punto di' vista: si sarà notato che sempre egli piegava le sue convinzioni alla stessa causa fondamentale, quella dell'unità nazionale. Era questa , causa il suo supremo metro di giudizio e inconsapevolmente il suo pensiero politico s'era svolto e ordinato intorno ad essa: poichè a lui era parso indubitabile che solo attraverso una soluzione di forza si sarebbe raggiunta l'unità e si sarebbe costruito uno stato tedesco, tutta la vita politica si atteggiava naturalmente ai suoi occhi come dominata dalla logica della potenza. E poichè la costruzione di uno stato tedesco era parsa a lui come un fine altissimo ed anzi come la sostanza stessa di ogni fede tutta la vita politica rientrava ·nella vita dello stato, e fuori di questo o contro di questo poteva essere soltanto la negazione o il male. E poichè, finalmente, il suo sentimento nazionale aveva l'intima serietà di una fede religiosa ( « la mia fede autenticamente religiosa nel grande futuro della nostra nazione», scriverà testualmente una volta), non pure la vita dello stato tedesco, ma quella di ogni stato gli apparirà come una realizzazione altamente morale: << lo stato, dirà agli studenti di Berlino, è una comunità morale: esso è chiamato a promuovere attivamente l'educazione dell'umanità e il suo scopo definitivo è quello di aiutare la nazione a sviluppare il carattere suo proprio ... Noi possiamo pertanto chiamarlo un Kulturstaat e chiedergli un'azione po- (125] Biblioteca Gino Bianco

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