Nord e Sud - anno V - n. 49 - dicembre 1958

, venienti sia sul piano urbanistico, per i problemi che questo afflusso disordinato pone alle città che debbono riceverlo, sia sul piano sociale, per la formazione di un mercato clandestino del lavoro. Un fenomeno analogo si è determinato in quei Comuni, come Napoli, che non hanno potuto disporre a tempo di un nuovo Piano Regolatore, e dove la pressione delle iniziative pubbliche e private ha travolto e travolge ogni giorno l'inefficiente ostacolo di norme sorpassate. Gli effetti più notevoli del disordine e dell'arbitrio che sono derivati · da questa situazione, si sono avuti, naturalmente, nelle zone che hanno più interessato la speculazione: le zone panoramiche e quelle centrali. Unico fatto positivo, in questi ultimi sei anni, è stata la nomina, nel luglio del 1955, della Commissione di studio del nuovo Piano Regolatore Generale, che non risulta, peraltro, ancora adottato dall'Amministrazione Comunale. Allo stato delle cose, v'è da augurarsi che ciò avvenga al più presto, perchè, purtroppo, il Piano del 1945-'46, che pure era giunto sette anni orsono alle soglie della definitiva approvazione, è stato in molte sue parti modificato da situazioni di fatto e di diritto: dalle costruzioni rea- 1 lizzate come dai provvedimenti emessi ora dalla civica Amministrazione, ora dagli organi di controllo e di tutela, ora dalle stesse Autorità tutorie centrali e periferiche. Intanto, il Commissario Straordinario al Comune, succeduto nel marzo scorso alla disciolta Amministrazione, sta cercando di sanare le situazioni che si sono determinate in questi anni di disordine; e giacchè il Piano Regolatore tuttora vigente è quello del 1939, si st~nno approntando varianti a questo Piano nelle zone in cui esso è stato violato; in maniera che le costruzioni che vi dovranno sorgere lo siano col rispetto almeno della legge formale. È un fatto grave, e va denunciato, questo che il caos creato nella città imponga ora una sistemazione che finirà col sanzionare l'illecito; la parzialità della sanatoria sarà di offesa a quei pochi che hanno costruito rispettando la leggè e non servirà a cancellare le brutture edilizie che si sono realizzate. Fra due concezioni, come si è vÌsto, ha dovuto scegliere in questi anni la politica urb~nistica delle amministrazioni di Napoli. La prima ha tentato di dare alla città gli strumenti tecnico- giuridici necessari alla sua ricostruzione ed àl suo sviluppo, e di fornirle, nello stesso tempo, i mezzi finanziari e gli incentivi perchè questi strumenti potessero praticamente funzionare; essa, incompresa dal pubblico e non sostenuta dalle ,A.utorità, [113] Biblioteca Gino Bianco

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