Nord e Sud - anno V - n. 49 - dicembre 1958

le. finanze comunali, cronicamente deficitarie, nè le risorse dell'economia locale, notoriamente carenti. « Compito del Piano Regolatore non è di trovare i mezzi>> - è scritto nella relazione illustrativa al Piano del 1945-~46 - « ma di fissare le premesse perchè le soluzioni siano indicate qualora questi mezzi si trovino >>.Ciò è esatto; ma un Piano senza mezzi è destinato all'in~uccesso. Purtroppo questi mezzi non potevano essere espressi dall'area depressionaria napoletana, senza interventi di carattere eccezionale. Già nel 1903 Nitti aveva scritto, riferendosi appunto alla situazione di Napoli, che « niuna efficace riforma sarà possibile se prima non saranno curate le cause. generali della debolezza economica, allo stesso modo che niuna energia si pbtrà pretendere da un organismo stremato, se prima non gli sarà, con cura efficace, ridato il vigore>>. Come fosse ancora stremato l'organismo napoletano, dopo circa mezzo secolo, e come le sue condizioni si fossero aggravate sempre più, basterebbe a dimostrarlo il fenomeno che si verifica da decenni, a Napoli, dove sopra una quota decrescente di elementi attivi (in quanto occupati) preme una quota crescente di elementi inattivi (in quanto non occupati). I Piani del 1?45-'46 avevano fissato alcune premesse per lo sviluppo economico della città (ampliamento del Porto e creazione di Zone Industriali satelliti), ma occorrevano altri provvedimenti perchè l'economia napoletana potesse essere posta in condizioni di contribuire efficacemente a risolvere i suoi problemi. Una politica urbanistica, specie se opera in zone depresse economicamente e socialmente come quella di Napoli, non può dire di avere adempiuto ai suoi compiti se si limita a fornire soltanto gli strumenti tecnicogiuridici, senza adoperarsi a procurare anche i mezzi necessari all'attuazione dei Piani. Il fallimento di molte iniziative nel settore urbanistico è dovuto, a mio avviso, appunto al fatto che, quando i mezzi mancano, i Piani (anche se tempestivamente approvati) restano per lunghi anni inoperosi; per cui aumenta la sfiducia· in essi da parte del pubblico che li considera paraventi dietro i quali la speculazione ed il disordine continuano ad agire indisturbati. , Perchè ciò non accadesse a Napoli, i promotori del Piano del 1945-'46 collaborarono attivamente a tutte le iniziative che promuovessero provvidenze a favore della città e del suo h,interland economico. Tra queste iniziative può includersi anche quella presa dal Centro Economico del Mezzogiorno, in particolare il Convegno dei ·Lavori Pubblici, nel quale _fuespres- [109] Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==