se ln altre categorie le paghe salgono, la sua viene aumentata quasi automaticamente. Grandi sforzi sono stati fatti anche per dare ad ogni minatore una propria casa, elemento di stabilizzazione dei lavoratori (mentre ovviamente la màncanza di alloggi li spinge a instabilità, al nomadismo). Il fatto grave è_ che la guerra ha distrutto molte case operaie: si calcola che attualmente ne siano necessarie ancora 60.000; inoltre, molte sono ancora occupate da ex-minatori passati ad altri mestieri e che non possono venir estromessi. Anche la previdenza sociale per i minatori è ad un livello particolarmente elevato : speciali assicurazioni suppletive e obbligatorie sono previste per malattie, incidenti, pensione, pagate per la maggior parte dai datori di lavoro. Ciò non ostante, il movimento di fluttuazione rimane elevato e nel 1957 il 14 per mille dei minatori abbandonava il lavoro ne~ pozzi. L'instabilità oscilla molto secondo stagioni, presentando la sua punta massima nel mese di aprile. Tutto ciò ha portato anche a un invecchiamento dei minatori, poichè i~giovani o non vengono o ben presto se ne vanno : il 28 % dei minatori ingaggiati è tra i 21 e i 30 anni, ma ancora il 17 % si trova tra i 51 e i 60 (p~r il lavoro sul fondo le proporzioni cambiano, per forza di cose, rispettivamente a 32 % e 14 %)-Nè è da sperare che la meccanizzazione possa migliorare decisamente la situazione: le miniere tedesche sono già state meccanizzate in misura notevole negli ultimi anni, e le possibilità non sono illimitate; la conformazione geologica impedisce ad esempio l'uso di un macchinario ultrapesante che riduca essenzialmente la manodopera richiesta, come il « cont1:nuous mincr >> americano, che stacca, raccoglie e trasporta via il carbone, ma che per le sue dimensioni non può essere usato che negli Stati Uniti, Canadà e Inghilterra, paesi con filoni carboniferi di spessore considerevole. La meccamzzazione che ha avuto luogo dopo la guerra ha compensato appena lo scadimento della produzione dovuto ai turni più brevi e alla sempre maggiore impreparazione dei minatori. L'uomo dunque resta al centro del1' estrazione del carbone, anche economicamente : il 40 % dei costi (secondo altre fonti, addirittura il 50-60 %) è assorbito dalla manodopera. Nella ricerca di lavoratori, l'uso di manodopera straniera ha una vetusta tradizione nella Ruhr: all'inizio di questo secolo uno dei locali capitani dell'ind1:1striaimportò a buon mercato, dai territori orientali della Germania di allora, decine di migliaia di Polacchi, che si stabilirono intorno ai pozzi e alla periferia delle città : ancor oggi alcuni vecchi parlano [100] Biblioteca Gino Bianco
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