Nord e Sud - anno V - n. 49 - dicembre 1958

• strie hann~ trovato conveniente passare alruso dell'olio come fonte di energia: una ton11ellatadi carbone costa marchi 68,50, mentre la quantità di olio sviluppante un eguale ammontare ,di calore ne costa 54. Tutto ciò ha fattq sì che i depositi di carbone invenduto nei bacini .. minerari, che. nel 1956 erano scesi a 0,27 milioni di t., oggi superino la cifra di 10 m.ilioni di t. e continuino a crescere, costringendo diverse imprese a ridurre il numero delle giornate lavorative mensili. Una crisi a breve scadenza dunque, cui neanche lo sviluppo del consumo nell'ambito della CECA pone riparo (3). Ma non può trattarsi di una crisi di lunga durata: i rapporti dell'OECE sul problema dell'energia indicano che dallo sviluppo economico che si profila oggi nell'ambito dell'Europa risulterà una lacuna già considerevole e sempre crescente tra la produzione e la richiesta di energia, malgrado un aumento costante nella produzione di carbone, idrocarburi ed eventualmente energia atomica (4).. L'economia carboniera tedesca (quasi tutta privata), pur chiedendo oggi a gran voce protezioni e· garanzie contro la concorrenza americana (S)~ non è pessimistica per· il futuro: tra l'altro, gran parte delle miniere è ancor oggi legata, malgrado i tentativi di scissione operati ~agli Alleati, in trusts verticali con l'industria siderurgica; e alcune ditte usano il loro capitale anche per partecipare nel commercio dell'olio in Germania. D'altra parte, e non (3) Anche nell'esportazione si è avuta una notevole flessione negli ultimi mesi: nell'assemblea degli azionisti dell'impresa mineraria Dahlbusch, la direzione comunicava che le esportazioni di carbone della Ruhr in Italia avevano subito nei primi cinque mesi del 1958 una flessione di 677.000 t.; il noto banchiere Hermann Abs, membro del comitato direttivo raccomandava di ridurre i prezzi a quelli del carbone americano per non perdere completamente il mercato italiano (Die Welt, 26-7-1958). (4) V.: OECE: « L'Europe- face à ses besoins croissants d'énergie », Paris 1956, specialmente a pp. 28-33. (5) Nel frattempo, al principio di settembre, il ministro federale dell'economia Erhardt, che aveva alla fine del .1957 incoraggiato l'importazione di carbone americano di fronte ad aumenti di prezzo del carbone tedesco, ha accettato d'intervenire in favore dell'industria estrattiva tedesca. L'organo rappresentativo dei carbonieri, il Ruhrbergbau, ha accettato di vendere carbone con una riduzione del 10 % a qualsiasi acquirente industriale nell'ambito della Comunità Europea. In compenso il ministro ha invocato la clausola di emergenza del GATT, che gli permette di bloccare ogni ulteriore contratto d'importazione di carbone americano. Nel 1958 verranno importanti 12 milioni di t. di carbone americano, contro 16 milioni di t. nel 1957. .[98] · Biblioteca Gino Bianco

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