Nord e Sud - anno V - n. 48 - novembre 1958

RASSEGNE I sentieri del Sud Se ancora tante voci, più o meno sofisticate, più o meno scaltre, sempre improntate a una dichiarata vocazione folkloristica, continuano ad esaltare nel Meridione la terra del mito e della immdbilità, della saggezza, del.I'attesa disperata e silenziosa; se ancora si insiste su « cette terre où sommeille le passé immemorial de notre race méditerranéenne ... encore étrangère à la- histoire de l'Europe moderne (1 ) »; se ancora nel nostro Mezzogiorno non si esita. a scorgere le parvenze di un « age d'or, éternel dimanche des amours perdues (2 ) )>; se per.siste l'equivoco di una vicenda avulsa dal tempo, di un mondo estraneo alla storia, inaccessibile e ostile, riserva di preziose componenti etniche e storiche, di abiti teoretici ed etici che << hanno statisticamente conservato presente in mezzo a noi la tradizione della civiltà greca rigenerata e vivificata dalla Chiesa Cattolica (3 ) )>; se tutto questo ancora oggi ha un'eco in tanta parte della saggistica e della narrativa nostra e straniera; se il ripetersi di certi motivi, spesso facilmente scoperti nella miseria del loro gioco letterario, ha destato l'attenzione di quanti si mostrano attenti e preoccupati per la presenza di una retorica tanto più pericolosa quanto più insidiosa e sottile, bisogna pur convenire che, da un tempo in qua, voci più vere ci hanno detto la realtà di (1) Così M. Brandon Albini, in <<Calabre» (Arthaud, 1957) p. 11. Su questo ampio «reportage» cfr. la recensione di A. Marando, in Nord e Sud n. 41 e la nostra nota in Il mulz'no n. 79, maggio 1958. (2) Ibidem p. IO. (3) G. BAGET, in Terza Generazz·one n. 10-11 p. 8 ss. Ma vedi, unanime, sia pure con spunti e conclusioni ,diverse, la reazione di Giarrizzo (Intellettuali e c ontadini, in Nord e Sud n. I), di Alicata (« Il meridionalismo non può fermarsi ad Eboli », in Cronache Meridionali, n. 9) e di Matteucci e Mancini (Il Mulino n. 29, marzo 1954). [96] Biblioteca Gino Bianco

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